Cos’è un’Emiplegia Sinistra?
Emiplegia è il nome che identifica una paralisi di un lato del corpo, analizzando il termine infatti troviamo il prefisso Emi che sta proprio a indicare metà, mentre il termine Plegia, dal greco “percosso”, sta a indicare la paralisi; emiplegia sinistra significa paralisi del lato sinistro del corpo. Un ictus può determinare un’emiplegia proprio perchè in seguito a emorragia o ischemia, queste sono causa di una lesione al cervello. Il carattere laterale di un’emiplegia dipende da quale emisfero cerebrale subisce l’ictus, in quanto il controllo del corpo è incrociato: l’ictus che danneggia l’emisfero destro produce un’emiplegia a sinistra, al contrario l’ictus che lesiona l’emisfero sinistro determina un’emiplegia e problemi delle funzioni a destra.
C’è differenza tra un’Emiplegia e l’Emiparesi?
Sostanzialmente i due termini (Emiplegia – Emiparesi) definiscono allo stesso modo una paralisi di un lato del corpo, intendono distinguere due diversi livelli di gravità, un’emiplegia inquadra un deficit motorio più marcato e l’Emiparesi invece parziale: meno evidente. Si tratta di una distinzione non del tutto chiara, infatti nelle pagine di questo sito utilizzeremo i termini emiplegia ed emiparesi come sinonimi.
C’è relazione c’è Emiplegia e Spasticità?
Quando parliamo di emiparesi dobbiamo trattare anche il tema della spasticità, ques’ultimo utilizzato per descrivere un insieme di fenemoni neurofisiologici che caratterizzato alcune lesioni del sistema nervoso. Il medico Italiano Carlo Perfetti identificava nella spasticità 4 elementi distinti:
- Reazione abnorme allo stiramento
- Abnorme Irradiazione
- Schemi elementari di movimento
- Deficit di Reclutamento di unità motorie
L’ultimo punto fa riferimento proprio al deficit di movimento, alla paresi che caratterizza lo specifico motorio dei pazienti sin dai primi giorni in seguito il loro ictus cerebrale. Successivamente a una lesione del sistema nervoso centrale, a causa della stimolazione massiva del tessuto nervoso, si innesca un processo di inibizione che clinicamente si osserva nel paziente con una paralisi flaccida, non sono possibili movimenti di braccio e gamba, e non sono prensenti nemmeno le attività dei riflessi di base. Nelle settimane successive ad un ictus cerebrale l’organismo, dalla fase inibitoria passa ad una fase di ipereccitabilità, dove purtroppo dal punto di vista clinico, se non ben gestito dalla fisioterapia, il paziente inizia a mostrare i segni della spasticità. Quando i pazienti sono sottoposti ad una cura fatta di esercizi di rinforzo o dove sono contenuti sforzi esagerati, questi vedono irrigidirsi l’arto superiore e inferiore e per questo parliamo di emiplegia spastica.
Quali sono i sintomi di un’Emiplegia Sinistra?
Non è corretto parlare di veri e propri sintomi, in quanto già l’emiparesi di per sé è un possibile segno di un ictus o comunque delle malattie a carico del Sistema Nervoso Centrale. Sarebbe più corretto chiedere quali siano i quadri clinici più caratteristici che è possibile riscontrare in un paziente a seguito di una lesione dell’emiesfero di destra. In questo caso è importante sottolineare due problemi clinici che bisogna riconoscere con una accurata diagnosi:
- Neglect
- Anosognosia
Cosa è il Neglect?
Il neglect in un’emiplegia è la difficoltà di prestare attenzione alle informazioni provenienti da un lato dello spazio, in qesto caso provenienti dal mondo di sinistra. Spesso il neglect viene interpretato come un’alterazione di tipo visiva, ma in realtà si tratta di un deficit dell’attenzione che rende assai dispendiosa l’esplorazione sensoriale nello spazio controlaterale a quello della lesione cerebrale. C’è una definizione di Marsel Mesulam del 1985 che offre la possibilità di chiarire al meglio tale sindrome e che riporto per intero:
“Quando la negligenza è severa, il paziente può comportarsi quasi come se la metà dell’universo abbia perduto all’improvviso il suo significato o che addirittura abbia smesso di esistere… I pazienti con eminegligenza si comportano non solo se nello spazio di sinistra non accada nulla, ma che addirittura non ci sia nulla di importante di sperare che vi accada.”
Questa definizione dipinge con estrema lucidità il disturbo dei pazienti con emiparesi colpiti da neglect e ci aiuta a comprendere che non si tratta di una perdita particolare della vista ,anche se in area medica, scientifica e clinica il neglect è conosicuto anche come Eminegligenza spaziale o Negligenza spaziale unilaterale, ma si tratta di una sindrome che rende difficile per il paziente prestare attenzione a tutte le informazioni provenienti dal mondo di sinistra, anche quelle acustiche e specialmente quelle somestesiche, ovvero, quelle provenienti dal corpo. Possiamo già comprendere la portata di questa sindrome nei confronti della terapia del paziente emiplegico, il miglioramento infatti passerà attraverso la sua capacità di apprendere nuove strategie di movimento, di sentire di nuovo il proprio corpo, controllare la spasticità e gestire nuovi movimenti, tutte attività che richiedono una grande attenzione nei confronti del corpo. In questo video potete trovare un semplice test che è possibile vi aiuti a identificare il neglect in un paziente con emiparesi.
Cos’è l’Anosognosia?
L’emiparesi sinistra conta tra i disturbi caratteristici anche l’anosognosia che può risultare una tra le più bizzarre condizioni patologiche del paziente emiplegico. Anosognosia significa letteralmente “non conoscenza della patologia”, nel senso che il paziente emiplegico non è in grado di riconoscere su se stesso i disturbi del movimento del suo lato del corpo paralizzato o di un arto. Il paziente potrebbe essere completamente cosciente di aver subito un ictus e nello specifico anche essere consapevole del tipo di ictus, ad esempio di aver avuto un’emorragia o un’ischemia che ha prodotto danni cerebrali, ma nel momento di inferire che tali danni cerebrali siano causa di problemi motori, non è in grado di riconoscerli e li nega con delle razionalizzazioni che tecnicamente prendono il nome di confabulazioni: spiegazioni razionali in grado di giustificare l’assenza del movimento di uno dei suoi arti “Non muovo la gamba perchè prima l’infermiere me l’ha mossa maldestramente e mi fa male.”
Come tutti gli elementi della patologia, anche l’anosognosia può essere presente in forma sfumata, al punto da rendere difficile la diagnosi medica, non essendoci esami specifici e validi per la sua misurazione (potrebbe non essere sufficiente una risonanza magnetica o una tac per prevedere la comparsa di tale disturbo), per questo non è infrequente che il paziente in ospedale, possa pensare di scendere dal letto per andare in bagno nonostante non sia in grado di muovere un solo muscolo del suo lato sinistro, o che anche successivamente si prenda dei rischi affrontando tracciati non alla sua portata proprio a causa di una suo alterato giudizio nei confronti dei propri probemi rischiando cadute e perdite di equilibrio. In fisioterapia conoscere questi disturbi cognitivi è di fondamentale importanza per affrontare il progetto riabilitativo, perchè l’efficacia dei trattamenti dipenderà anche dall’aderenza del paziente al piano di recupero prodotto dal team riabilitativo, ma se il paziente non sente di avere problemi e quindi nemmeno necessità di riabilitazione, non sarà semplice coinvolgerlo nei trattamenti ed aiutarlo nel recupero.
Altri sintomi?
Parlare di sintomi di un’emiplegia, non è corretto in quanto di per sé un’emiplegia è già un segno di una lesione del sistema nervoso centrale, quelle appena descritte sono alterazioni cognitive che compongono dei quadri clinici caratteristici, rientrano nell’ambito delle conseguenze e non dei sintomi di un’emiplegia o di un ictus. Tra le conseguenze più frequenti possiamo trovare deficit della deambulazione, la cui causa è da ricercare tra i disturbi cognitivi, l’emiparesi e la comparsa di spasticità infine possibili alterazioni della deglutizione che richiedono l’intervento di un foniatra o logopedista. A differenza del paziente emiplegico destro che potrebbe presentare un disturbo del linguaggio e quindi di Afasia, il paziente emiplegico sinistro è più facile che presenti disartria, ovvero la difficoltà di articolare la parola e pronunciare correttamente, ma dovuta alla difficoltà muscolare, mentre potremmo parlare di Afasia se il paziente fosse mancino, proprio perchè alcune funzioni del linguaggio nei mancini sono lateralizzate nell’emisfero destro. Lo stesso discorso vale per la aprassia, in genere associata al paziente emiplegico destro, ma in caso di eventuale mancinismo o anche in caso di una lesione del lobo parietale destro è poossibile notare nel paziente alcune note aprassiche.
I sintomi che vanno menzionati invece sono quelli per riconoscere un ictus, anche se verranno approfonditi in altri articoli di questo sito, qui menzioniamo la possibile debolezza muscolare braccio, mano, gamba o piede con perdita di sensibilità (il soggetto potrebbe aver difficoltà a manipolare gli oggetti) e paralisi a un lato del volto. Se il lato del corpo dove vengono percepiti questi segni di emiparesi è il destro è possibile che si associ anche la perdita della parola o difficoltà parziale nel pronunciare le parole. Sono segni che potrebbero presentarsi anche in forma isolata quando ci troviamo in presenza di un ictus in corso e che dovrebbero essere segnalati all’equipe medica quando vengono chiamati tempestivamente i soccorsi. A differenza di quanto si possa pensare, il dolore alla testa potrebbe non essere un segno presente durante un ictus in atto.
Quali sono le cause di un’Emiplegia?
Come menzionato più volte, le cause di emiparesi ed emiplegia sono da attribuire a danni cerebrali. Tali danni cerebrali sono frequentemente generati da un ictus cerebrale, traumi cranici, tumori o malattie degenerative a carico del sistema nervoso centrale. L’ictus è il termine che descrive il “colpo” che subisce il cervello e le cause principali sono un attacco ischemico un’emorragia che danneggia i tessuti cerebrali. Emiplegia come anche emiparesi sono termini che stanno a indicare la paralisi, ma clinicamente viene considerata anche la presenza della spasticità, ovvero quell’insieme di fattori neurofisiologici che in seguito la lesione determinano quel quadro caratteristico di inabilità funzionale, deficit muscolari da una parte e irrigidimento di alcuni muscoli dall’altra. Nonostante gli effetti più evidenti di un’emiplegia appaiano muscolari, in realtà le cause della paralisi del muscolo va ricercata nel danno neuronale a carico del cervello, ne conosegue che anche la riabilitazione dovrà dirigere la propria attenzione alle funzioni cerebrali alterate dalla lesione che sono alla base dell’organizzazione del movimento. L’ictus colpisce il cervello e non i muscoli, è una frase che ci troviamo a ripetere spesso negli articoli , perchè anche se possa apparire ovvia, in realtà rappresenta la base su cui impostare il ragionamento riabilitativo e ci aiuta a comprendere le reali cause dei problemi di movimento di chi soffre un emiparesi.
Emiplegia come si cura?
I trattamenti della cura per emiplegia ed emiparesi rientrano nelle competenze della riabilitazione e fisioterapia. I trattamenti di fisioterapia devono iniziare il più tempestivamente possibile in seguito a un ictus e gli esercizi devono considerare fin da subito la parte motoria, ma specialmente la parte relativa ai processi cognitivi colpiti. Di seguito vogliamo mostrare uno dei tanti esercizi che è possibile eseguire in caso di un’emiplegia.
Sappiamo che per comprendere meglio la riabilitazione neurocognitiva di Perfetti e differenziarla dalla terapia solo muscolare, sia necessario vedere esempi di esercizi. La terapia neurocognitiva ideata dal medico italiano Carlo Perfetti mette al centro il recupero dei processi cognitivi che stanno alla base del movimento per questo si tratta di una riabilitazione particolarmente indicata nei casi di emiplegia e di ictus. In questo e-book che puoi scaricare gratuitamente abbiamo riassunto 10 consigli che riteniamo più importanti per comprendere l’ictus e la riabilitazione, in oltre puoi trovare 4 esempi di esercizi da poter provare fin da subito in casa con un familiare o con il proprio fisioterapista. Sono esercizi semplici che non richiedono attrezzature ed oggetti costosi, inoltre se il paziente è ancora allettato, sono esercizi che possono essere eseguiti anche in decubito supino.
Altre risorse utili
Di seguito riporteremo alcune risorse che possono risultare utili per familiari e pazienti colpiti, studenti in medicina e fisioterapia e professionisti esperti che si trovano a dover gestire l’ictus e che vogliono perfezionare i propri trattamenti
InteraMente il libro
Per i lettori più attenti che vogliono approfondire il tema della fisioterapia in seguito a danni cerebrali consigliamo la lettura del libro scritto da Valerio Sarmati, che permette di avere una visione a 360° della riabilitazione, del recupero in seguito a ictus e danni cerebrali e della terapia neurocognitiva di Perfetti. Il titolo del libro è InteraMente, alla scoperta del cervello nel recupero post ictus puoi trovarlo su Amazon e tramite questo link. InteraMente affronta il tema della terapia, dei risvolti patologici che l’ictus produce, ma attraverso le storie di vita di pazienti, familiari e terapisti è in grado di toccare anche la sfera psicologica.
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Dal 2008 abbiamo dato vita a un programma di riabilitazione che il paziente può seguire direttamente in casa propria grazie all’assistenza dei nostri professionisti che sono in grado di formare il fisioterapista che già lavora in casa con il paziente e/o il suo familiare. Scopri di più.
Neurocognitive Academy
Il nostro sito è seguito da molti fisioterapisti ed esperti di riabilitazione che vogliono conoscere di più della riabilitazione neurocognitiva, a loro suggeriamo di seguire il piano di studi organizzato dalla Neurocognitive Academy, il modo migliore per formarsi seriamente in questo ambito della fisioterapia. I pazienti che sono alla ricerca di un fisioterapista formato dall’accademia neurocognitiva possono visitare questa pagina.
Disclaimer
Ricorda sempre che nessuna informazione presente in rete potrà mai sostituire la diagnosi medica e le indicazioni terapeutiche date dal fisioterapista e dal medico con cui sei in cura attualmente. Usa internet responsabilmente soprattutto quando devi affrontare esiti patologici come nel caso di lesioni cerebrali o un’altra qualsiasi condizione clinica che richieda attenzione medica.
Autore
Valerio Sarmati laureato in fisioterapista e professioni sanitarie della riabilitazione specializzato in Riabilitazione Neurocognitiva dei pazienti post ictus, docente di riabilitazione neurotraumatologica presso il corso di laurea per fisioterapisti al polo del San Filippo Neri di Roma, e di Riabilitazione neurocognitiva al master di neuroriabilitazione dell’Università Roma. Fondatore del Centro Fisioterapia Roma e Ceo di Stroke Therapy Revolution ltd e Direttore di Neurocognitive Academy.