In un precedente articolo, che troverete qui
abbiamo parlato del massaggio e dell’agopuntura secondo Penzel. Abbiamo innanzitutto raccontato la storia dell’agopuntura, che proviene dal lontano mondo orientale, e di come Penzel seppe modernizzare questo antichissimo sistema curativo rendendolo famoso in Europa, soprattutto nei paesi di lingua germanica. Molti di voi però probabilmente vorranno conoscere la realtà pratica del metodo Penzel: quali sono gli esercizi più utilizzati? Come terapeuta quali indicazioni e controindicazioni dovrò sempre tenere in mente al momento di consigliare od applicare tale terapia?
L’esame obiettivo col metodo di Penzel
Premettendo che questo paragrafo utilizzerà un linguaggio ed una teoria medica proveniente dall’oriente e quindi differente dalla medicina occidentale, possiamo affermare che l’esame obiettivo col metodo Penzel si snoda lungo due direttrici: controllare le condizioni della circolazione dell’energia vitale nel paziente e individuare quale sia il disequilibrio che ha provocato la malattia che il paziente stesso ci chiede di guarire. In alcuni casi tale energia vitale potrà essere eccessivamente sviluppata, in altri invece si starà pericolosamente disperdendo e toccherà proprio al terapista comprendere la precipua situazione in cui il paziente si trova.
Si partirà dalla cosiddetta “obiettività palpatoria”, ovvero delle palpazioni in alcune aree precise, vediamone alcune:
· Strisciate cosiddette “di sabbia” e “di seta”: Il terapeuta passerà il polpastrello sul meridiano energetico che andrà ad analizzare. È importante ricordare che il dito del terapeuta non dovrà valutare le condizioni della cute del malato, quanto invece la precisa emissione di energia che proviene dal meridiano stesso.
· Le strisciate di “seta”: daranno al terapeuta la sensazione di accarezzare appunto una superficie serica, ciò secondo Penzel è un chiaro segno di uno squilibrio di dispersione dell’energia vitale.
· Le strisciate “di sabbia”: al contrario daranno la fastidiosa sensazione di accarezzare una superficie ruvida ed aspra, con un notevole attrito. In questo caso lo squilibrio sarà dato da un eccessivo accumulo di energia vitale
· Strisciate di energia: in questo caso non viene usato un singolo polpastrello come “strumento” di valutazione bensì l’intero palmo della mano. Ciò ha il vantaggio di poter analizzare con un’unica analisi un gruppo intero di meridiani, con un notevole risparmio di tempo. Risparmio di tempo ma, va sottolineato, non per forza risparmio di fatica, in quanto l’attenzione necessaria per analizzare un intero gruppo di meridiani deve necessariamente essere più alta di quella necessaria ad analizzare un unico meridiano.
Una volta compresa la situazione del paziente e la problematica da affrontare, bisognerà risolvere lo squilibrio nei meridiani (sia esso uno squilibrio per difetto, sia per eccesso) ed il modo più rapido ed efficace per farlo sarà ovviamente il massaggio dei meridiani stessi. Per effettuare il massaggio si potrà utilizzare una serie di bastoncini di metallo applicati ad un vibrostimolatore. Esso presenta due principali vantaggi:
o il massaggio sarà sempre preciso ed uniforme nella sua intensità (evitando così degli squilibri che potrebbero peggiorare, anziché migliorare, la situazione di compromissione dell’equilibrio dei meridiani)
o il massaggio sarà esercitato con una qualità forse superiore a quella che potrebbero effettuare le semplice mani del terapeuta; inoltre quest’ultimo si stancherà molto di meno e potrà effettuare molte più sedute giornaliere.
Ma come individuare i punti migliori? Essi andranno scelti uno per volta in base agli obiettivi che ci siamo prefissati. Sarà il paziente stesso a guidarci nella scelta dei punti migliori e nell’applicazione più efficace. Egli infatti dovrà avvertire il terapeuta quando percepirà in modo chiaro e netto il fluire dell’energia. In alcuni casi essa potrà essere sentita come una sorta di puntura, in altri come una piacevole sensazione di calore ma ciò che il paziente percepisce dovrà necessariamente essere chiaro e continuo, non basterà quindi che la sensazione sia avvertita per un secondo o due. Va da sé che il vantaggio rispetto all’agopuntura classica è che la cute del paziente non verrà perforata nemmeno minimamente, riducendo quindi a zero i rischi di un’infezione. Ma non solo: quante volte vi sarà capitato di parlare con persone che sono sinceramente interessate all’agopuntura ma sono purtroppo terrorizzati dagli aghi? (e ovviamente dalle punture?) Si tratta di una fobia molto diffusa che però non verrebbe mai “attivata” con una seduta di massaggio di Penzel, ciò perché il bastone di metallo ha un diametro tale da rendere impossibile qualsiasi tipo di puntura. Il suo spessore inoltre rassicura il paziente che non temerà certo di essere trafitto da un dardo simile!
Le metodiche speciali del massaggio di Penzel
Ciò che affascina del massaggio di Penzel non è solo la sua origine indiscutibilmente esotica, risalente all’alba dei tempi; i terapisti sono spesso colpiti dalla grande varietà di applicazioni del massaggio stesso, che riesce a portare dei benefici notevoli in situazioni davvero disparate. Di seguito elencheremo alcuni dei numerosi usi del massaggio, ma non si tratta di una lista esaustiva, tutt’altro!
o Terapia della colonna vertebrale: le statistiche mediche ci avvertono che i problemi alla colonna vertebrale colpiscono un numero sempre maggiore di italiani, soprattutto coloro che hanno dei problemi di peso di media/grave entità. Secondo la teoria alla base del massaggio di Penzel i corpi del rachide ed in generale le strutture muscolari e legamentose si proiettano sui meridiani principali del corpo e da essi sono influenzate. Ogni qual volta compare un’alterazione nel flusso di energia è la colonna nel suo insieme a soffrirne. Per guarirla si dovranno effettuare delle oscillazioni con grande delicatezza, eseguite con l’uso del palmo della mano e del pollice.
o Terapia delle cicatrici: potrebbe sorprendervi ma le cicatrici, oltre ad essere spesso antiestetiche, possono in alcuni casi interrompere il naturale fluire dell’energia del corpo e provocare un sovraccarico del nostro organismo. Il terapeuta deve quindi ricordarsi, al primo incontro col paziente, di verificare l’eventuale presenza di cicatrici di medie o grandi dimensioni sul corpo del paziente. Una cicatrice “classica”, molto invasiva e foriera a volte di imbarazzo, è quella provocata da un’operazione di appendicite. Secondo la teoria di Penzel una cicatrice simile è a volte alla base di disturbi in altre parti del corpo, ad esempio alla spalla o nei casi di mal di testa blandi e di più gravi cefalee.
o Piccolo circolo: si definisce “piccolo circolo” quella zona che regola il flusso energetico dell’intero organismo dell’uomo situata grossomodo all’altezza dei genitali. Esso si sviluppa lungo i meridiani centrali e se stimolato in modo adeguato riesce a riequilibrare il sistema neurovegetativo. Se siete delle future mamme in attesa del lieto evento, il piccolo circolo dovrebbe interessarvi particolarmente in quanto un sistema neurovegetativo equilibrato risulta utilissimo sia durante la gravidanza sia al momento importantissimo del parto. Come si stimola il piccolo circolo? Tramite delle strisciate che seguono il decorso del meridiano dalla zona del pube fino alla parte inferiore del labbro. Dopodiché si proseguirà con una strisciata nella zona dalla parte più alta del labbro fino a raggiungere il coccige. L’ultima fase della stimolazione è applicata lateralmente rispetto ai genitali ed il piccolo circolo viene infine chiuso nella zona pubica.
o Terapia del padiglione auricolare: questa zona è particolarmente importante poiché tutti i distretti del corpo sono con essa in contatto. Basterà quindi palpare con la dovuta attenzione il padiglione per individuare eventuali disturbi nel flusso energetico.
o Elettroterapia: Si tratta di un’interessante integrazione del massaggio dei punti energetici. La corrente elettrica andrà però sempre orientata seguendo la direzione dell’energia vitale. Si è riscontrata una grande utilità nei casi di disturbi del flusso energetico e nella dispersione di energia.
Indicazioni e controindicazioni del massaggio di Penzel
Poiché si basa sulla medicina orientale e sulla teoria dei meridiani energetici, il massaggio di Penzel ha un’applicazione molto più varia del classico massaggio di tipo occidentale. Gli ambiti in cui esso avrebbe dimostrato al meglio le sue potenzialità sono essenzialmente tre: i disturbi funzionali, la sintomatologia dolorosa, la profilassi.
o Disturbi funzionali: è un macrogruppo al cui interno troviamo disturbi ad apparati svariati quali quello uro-genitale, digestivo, locomotore, respiratorio, neurovegetativo, della circolazione e del metabolismo. La valutazione che il terapeuta dovrebbe effettuare prima di iniziare la cura è quella che va ad analizzare lo stadio funzionale della malattia più che il tipo di disturbo (cioè diminuzione o eccesso di energia vitale) o la localizzazione esatta del problema a livello fisico.
o Profilassi: diverse persone che hanno utilizzato a lungo i massaggi di Penzel hanno riscontrato una risoluzione delle cicatrici ed un notevole aumento della capacità di autodifesa del nostro corpo.
o Sintomatologia dolorosa: è forse questo il campo in cui i massaggi Penzel fanno del loro meglio. Possono infatti arrecare notevoli vantaggi nei casi di emicrania, algie delle articolazioni, algie croniche, dolori reumatici e cefalee.
Il massaggio di Penzel non è però consigliato in alcuni casi precisi, ovvero nel caso di problematiche meramente chirurgiche, per le patologie di tipo ereditario e per quelle trasmesse per infezione o tramite rapporti sessuali.