Lesione di Hill Sachs: le origini di un nome
Avete mai sentito nominare il termine “eponimo”? Significa che qualche fenomeno ha preso il nome dalla persona ad esso più legato. Nella maggior parte dei casi l’eponimia è legata alle malattie e la lesione di Hill-Sachs non fa in questo senso eccezione. Tale tipica lesione della spalla prende il nome da Maurice David Sachs ed Harold Arthur Hill, due medici americani che si interessarono per primi ad essa. Harold Hill e Maurice Sachs erano colleghi nell’ospedale di San Francisco e lavorarono a lungo insieme negli anni ’40. A furia di confrontare fra loro numerose lastre, Hill e Sachs si accorsero che molte lussazioni delle spalle presentavano delle notevoli affinità. Il numero di queste lussazioni con caratteristiche in comune era notevole: non si parlava di una dozzina di casi, bensì di oltre cento pazienti che mostravano delle somiglianze decisamente inusuali. Incuriositi, Hill e Sachs andarono a fondo e scoprirono che ciò che accomunava i vari casi era l’origine del dolore, legato alla compressione della testa dell’omero. Era infatti dalla forte pressione su questa delicata parte dell’omero che scaturiva una fastidiosa e dolorosa lussazione. Il vantaggio che Hill e Sachs ebbero su altri medici è che, essendo radiologi, passavano giornate intere in compagnia di lastre e potevano quindi accedere ad una sorta di “data base” fotografico difficilmente accessibile da altri professionisti medici della loro epoca (non dimentichiamo che si trattava degli anni ’40, un’epoca in cui non era semplice nemmeno procurarsi delle semplici foto a colori, figurarsi un intero data base di foto di lussazioni!). Va sottolineato che questo tipo di lesione era già stata riconosciuta in passato ma nessun medico, fino a quel momento, era stato capace di comprenderne il meccanismo e le cause precipue.
Le peculiarità della lesione di Hill-Sachs
Ma cosa rende la lesione di Hill Sachs così particolare? Probabilmente il fatto che essa è legata esclusivamente alla lussazione anteriore della spalla. Tale patologia si evidenzia in tutta la sua forza invalidante quando la testa dell’omero (considerata una zona ossea non molto dura) si muove verso la cavità gleno-omerale. Tale movimento può, in alcuni casi, provocare uno sfregamento con un’area considerata tagliente, ossia quella del bordo anteriore della glena (si definisce come “glena” ogni cavità articolare in cui si adagia la testa di un altro osso). Il termine tecnico per questa articolazione è “diartrosi del tipo enartrosi” e deriva dalla sua curiosa forma a semisfera. Hill e Sachs capirono che a causa della alta mobilità di questa particolare articolazione in alcuni casi poteva avvenire una lussazione. Per lussazione si intende una vera e propria dislocazione, ossia una scomparsa del legame articolare fra le ossa. Normalmente ciò avviene a causa di un incidente, sia esso sportivo, automobilistico o lavorativo. Potrebbe quindi trattarsi di uno scontro non voluto fra due giocatori di calcio o di un impatto (questo sì, volontario) fra un difensore del football americano ed un “tide end” od un “wide receiver” (ossia due tipici “attaccanti” di questo sport); oppure potrebbe essere causato per una banale caduta da una sedia di casa mentre si spolverano delle alte scansie (ricordiamo che in Europa e negli Stati Uniti gli incidenti domestici causano numerose morti ogni anno, ben più degli attentati terroristici!); a volte invece un’attività lavorativa abbastanza rischiosa (ad esempio il muratore) può causare delle cadute rovinose in cui la lussazione rappresenta comunque il minore dei danni.
Forse il caso più “estremo”, nella sua semplicità, in cui si può provocare una lesione di Hill-Sachs è… rigirandosi nel letto! Se vi annoverate nel gruppo di quelle persone che si muovono molto nel sonno dovrete quindi stare attenti a non incappare in questa patologia. Ma come evitarla? Nel caso abbiate la fortuna di dormire con un (o una) partner dal sonno più leggero del vostro potrete chiedere che vi svegli se vi state agitando troppo. Un altro trucco potrebbe essere di legare un paio di fili dotati di campanelli ai lati del letto, in corrispondenza con le braccia. In questo caso quando vi muoverete al di fuori del letto il suono del campanello dovrebbe, con un po’ di fortuna, svegliarvi prima che i movimenti diventino eccessivamente bruschi. Ultima tecnica: munirvi di un paio di cuscini in più e posizionarli vicino alle spalle, in modo da attutire in qualche modo qualsiasi spostamento inconsulto causato da un incubo particolarmente spaventoso.
Nonostante il nome singolare, la lesione di Hill-Sachs è molto più comune di quanto si possa credere: interessa infatti il 90% delle lussazioni anteriori ricorrenti. Inoltre, sebbene le lussazioni alla spalla generiche siano di numerosissimi tipi, quella di Hill-Sachs appare oltre il 50% delle volte.
Vedendo il numero enorme di casi in cui la lesione fa la sua comparsa si potrebbe istintivamente pensare che si tratti di una lesione impegnativa e complessa, mentre in realtà essa è profonda solo alcuni millimetri (non più di 5); non va tuttavia valutata in base alla sua grandezza ma ai danni che può provocare, soprattutto a coloro che si dedicano a sport intensi quali le arti marziali, la pallacanestro, la pallamano o la pallavolo.
Ma non tutti i movimenti delle braccia causano la lesione di Hill-Sachs, alcuni infatti sono più “pericolosi” di altri: ad esempio il movimento con braccio elevato, extraruotato ed abdotto. Se il movimento non è stato troppo brusco e carico di energia la lussazione di Hill-Sachs potrebbe rientrare da sola, ma nel caso in cui lo sforzo sia stato davvero eccessivo la relativa lussazione potrà essere risolta solo con l’intervento di un medico specialista.
Il modo più efficace per individuare la lesione di Hill-Sachs
Le metodologie più efficaci per individuare la lesione di Hill-Sachs sono la TAC e la risonanza magnetica. Esse risultano molto utili non solo per scoprire l’eventuale presenza di questa lussazione ma anche di problematiche agli elementi mio tendinei e a quelli legamentosi. Non si deve però pensare che solo le analisi più complesse come TAC e risonanza magnetica siano utili per scoprire la presenza della lesione. Esiste infatti un semplice test meccanico eseguibile anche dal medico in ambulatorio o addirittura al di fuori di esso. Tale esame prende il nome di test di apprensione ossea. Funziona nel seguente modo: il dottore mette il braccio del paziente in una sottrazione di 45 gradi e in una rotazione in direzione interno-esterno di 45 gradi. Sarà poi necessario che il medico effettui una pressione con la mano, specificatamente portata sulla testa dell’omero. A questo punto sarà il paziente stesso, percependo o meno una sensazione di dolore, a far capire al medico se è presente una lesione di Hill-Sachs. Bisogna comunque ricordare che non sempre la lesione si presenterà con delle sensazioni spiacevoli, a volte quindi basterà la presenza di una contrazione riflessa per dimostrare l’esistenza di una sublussazione.
Se desiderate utilizzare un altro metodo meccanico ma più elaborato del semplice test di apprensione ossea potrete applicare la delocalizzazione di Jobe. In questo caso la persona sofferente posizionerà la spalla abdotta con un angolo retto, essa sarà anche intraruotata e anteposta di circa 30 gradi. A questo punto il paziente dovrà fare resistenza alla spinta del terapista, il quale spingerà le braccia in una precisa direzione: dall’alto in basso. Se il paziente, opponendosi alla resistenza del medico, sentirà una chiara sensazione di dolore significherà che la lesione di Hill-Sachs è presente e che dovrà essere necessariamente risolta per risolvere gli inevitabili dolori legati alla lussazione stessa.
Un’ulteriore ultima proiezione è quella di Stryker-Notch. In questo caso ci si focalizzerà sulla verifica di una lesione per i pazienti colpiti da lussazioni recidivi della spalla. L’esperienza medica ha dimostrato come la proiezione di Stryker-Notch sia particolarmente adatta per individuare una potenziale lesione di Hill-Sachs.
Non si tratta di una posizione semplicissima da spiegare a parole, ma potrete vedere su youtube un pratico video che la illustra (cliccando qui) e comunque il vostro medico sarà sicuramente mostrarvela con pochi, chiari movimenti.
In sostanza il malato dovrà essere posto in posizione supina (cioè a pancia un su), la spalla ed il gomito andranno ruotati affinché compaia una flessione oltre i 90 gradi. La mano del terapista o del medico andrà portata sulla testa del paziente e verrà ruotata con una direzione controlaterale.
Il trattamento migliore per risolvere la lesione di Hill-Sachs: lettino operatorio o fisioterapia?
Se volete evitare qualsiasi tipo di limitazione delle funzioni della vostra spalla dovrete assolutamente ascoltare ciò che vi consiglierà il vostro medico: dopo aver seguito la diagnosi del radiologo deciderà se affidarvi esclusivamente alle cure di un fisioterapista esperto o optare per un’operazione chirurgica. Una domanda sorge quindi spontanea: in quale caso sarà necessario sedersi sul lettino operatorio ed affrontare un’operazione che sarà, anche nella migliore delle ipotesi, invasiva per il vostro corpo?
Su questo tema la scienza medica non è concorde: parte degli specialisti ritiene che non si debba operare così spesso ma solo nel caso in cui le lussazioni alla spalla subite dal paziente superino il numero di 5 o 6. Secondo altri medici invece anche un numero inferiore di traumi potrebbe consigliare un’operazione che risolverebbe decisamente il problema. I medici del primo gruppo (quelli che ritengono l’operazione evitabile) sostengono che nei casi in cui la perdita ossea glenoidea non è eccessiva (cioè l’osso non è molto lesionato) e la testa dell’omero non è coinvolta in modo massivo nel trauma basterà seguire con attenzione una serie di sedute fisioterapiche per risolvere il problema della lesione di Hill-Sachs o quantomeno ridurlo in maniera soddisfacente. Va comunque ricordato che la soluzione fisioterapica è più adatta a coloro che non devono usare il proprio corpo “per professione” (ovvero sportivi professionisti o anche muratori o magazzinieri). Chi invece ha bisogno che le proprie spalle siano in condizioni perfette potrà optare per un intervento che quasi sicuramente fornirà un risultato più duraturo nel tempo e più rapido nella sua manifestazione.