Ciò che viene volgarmente chiamato “mal di testa”, ha in realtà moltissimi nomi, tanti quanti sono i differenti tipi di dolore che il paziente può provare. Il termine esatto per questa patìa è “cefalea”. Fra le cefalee, quella più diffusa è senza dubbio la muscolo-tensiva.
Eziologia della cefalea muscolo-tensiva
L’eziologia della cefalea è descritta come un dolore di tipo diffuso, la cui intensità non è né eccessivamente forte ma nemmeno così debole da poter essere ignorata. Si tratta quindi di un dolore di intensità “media” (il virgolettato è d’obbligo). Spesso la cefalea è descritta dai pazienti come una sorta di sciarpa stretta troppo fortemente intorno al capo.
Quali sono le cause della cefalea muscolo-tensiva?
Purtroppo le cause che scatenano la cefalea non sono ancora state capite in modo completo. In apparenza potrebbe sembrare che il dolore sia causato da particolari contrazioni muscolari, ma gli esperti non sono d’accordo.
Fino a qualche tempo fa la cefalea detta “tensiva” sembrava appunto causata da contrazioni che colpivano il viso ed il collo del paziente. Ricerche più moderne indicano che la problematica nascerebbe da cause differenti: la probabile responsabile sarebbe una serie di sostanze chimiche presenti nel cervello (fra cui le endorfine e la serotonina). Queste sostanze hanno il compito precipuo di assistere i nervi nella comunicazione, ma in certi casi potrebbero essere proprio loro ad impedire al cervello di fermare le sensazioni di dolore.
Se vogliamo affrontare la cefalea da un punto di vista pratico, dobbiamo individuare alcuni fattori che scatenano tale dolore. I più importanti sono quelli più o meno a tutti noti, ma è giusto elencarli per far sì che chi soffre di cefalea muscolo-tensiva possa controllare se uno o più di questi fattori si presenti nella sua “giornata tipo”.
Vediamo quindi i fattori scatenanti:
1) Innanzitutto lo stress, il vero male della società contemporanea. I ritmi di vita (e soprattutto di lavoro) concitati sono nati da circa un secolo, con lo sviluppo della società industriale. Mentre nel mondo contadino il lavoro era pesante e continuo ma non frenetico, la fabbrica (ma anche il lavoro d’ufficio) pretendono dei ritmi di lavoro talmente rapidi da causare fatica mentale, frustrazione, in una parola: stress.
2) Ansia e depressione: molto spesso le persone ansiose tendono a focalizzare i loro pensieri su un singolo problema. Si illudono che in questo modo riusciranno ad affrontarlo frontalmente e risolverlo, ma spesso il loro cervello si limita a “girare intorno al problema”, in modo che rischia di diventare ossessivo. Un pensiero continuo può causare la cefalea? Anche se non esistono al momento prove scientifiche in merito, gli esperti sono concordi nell’affermare che una situazione ansiogena non possa che aumentare la cefalea se essa è già avvertita dal paziente.
3) Serrare la mandibola: parrebbe una problematica banale, ma il continuo serrare convulsivo della mandibola può, alla lunga, causare la cefalea. Inutile aggiungere che chi serra la mandibola con forza è di solito una persona ansiosa o stressata (o tutte e due).
4) Posizione scorretta durante lo studio od il lavoro: le persone che trascorrono molte ore sedute alla scrivania od al piano di lavoro possono avvertire dei forti mal di testa. Se normalmente tale dolore è associato alla fatica in sé, è indubbio che mantenere a lungo una posizione scorretta (per esempio con la schiena piegata in modo innaturale) possa aumentare la possibilità di soffrire di forti cefalee.
Quanto dura un attacco di cefalea? Come distinguerlo dalla classica emicrania?
Sebbene la cefalea possa presentarsi in numerosissime modalità, quando essa colpisce il paziente per circa metà della sua giornata (o per esempio per quindici giorni in un mese) ci troveremo di fronte ad una cefalea cronica, molto più pericolosa ed invalidante. Una frequenza minore indicherebbe una cefalea episodica, ma non per questo deve essere sottovalutata: qualsiasi dolore che rende l’esistenza ed il lavoro più difficili da affrontare va curata con tutti i metodi offerti dalla medicina.
Passando all’emicrania, essa e la cefalea sono dei cugini molto stretti, ma si possono distinguere da un’eziologia in parte differente: chi soffre di emicrania associa ad essa anche sensazione di nausea, dolori all’addome e a volte disturbi visivi. Fortunatamente tali difficoltà risultano meno frequenti in chi soffre di cefalea.
Come si cura la cefalea muscolo-tensiva?
La prima classica cura che viene in mente al paziente colpito da cefalea è di ricorrere agli analgesici. Ovviamente la scelta è vastissima; innanzitutto ci sono i FANS: Antinfiammatori non steroidei. I più celebri sono l’Aspirina, l’ibuprofene e il naprossene sodico. L’analgesico però tende solo ad “addormentare” la sensazione di dolore, che potrebbe ricomparire non appena il farmaco perderà la sua efficacia a causa del trascorrere del tempo. Altri farmaci un po’ più complessi sono i cosiddetti “combinati”, ad esempio la Neocibalgina, che combina l’azione dell’Aspirina, della caffeina e del paracetamolo. Di solito i farmaci combinati sono più efficaci e molti di essi possono essere venduti senza ricetta.
In alcuni casi il vostro medico potrà prescrivere degli antidepressivi, non tanto per curare la depressione ma per prevenire proprio la cefalea tensiva. Il compito degli antidepressivi sarà di stabilizzare il livello delle sostanze chimiche cerebrali di cui abbiamo parlato in precedenza, ovvero quelle che potrebbero causare il forte mal di testa.
Se volete utilizzare dei metodi più naturali, iniziate a concedervi più riposo possibile: non costringetevi, durante il fine settimana, a delle attività sportive molto intense od a delle gite fuori porta di 15 ore. Se vi sentite stanchi, approfittatene per leggere quel libro che avete acquistato tempo fa; ascoltate un buon disco, guardate un bel film. Queste attività non solo rilasseranno il vostro spirito ma riusciranno a migliorare le condizioni della vostra cefalea, che pian piano potrà scemare fino a scomparire del tutto.
La scienza medica è sicuramente indispensabile nei casi più gravi, ma finché essi non compaiono, meglio provare a risolvere il problema con metodi più semplici e soddisfacenti per il vostro umore!