Il corpo di un adulto è formato da 206 ossa che costituiscono la parte “rigida” del corpo umano.
Le ossa da sole non potrebbero muoversi e per questo sono circondate dalla muscolatura che permette il movimentocorporeo grazie alle contrazioni effettuate in seguito agli impulsi inviati dal cervello.
Ma come sono legate le ossa tra loro? Sono le articolazioni, cioè i punti di contatto tra le varie ossa lunghe, che formano le “giunture” del nostro corpo: gomiti, ginocchia, caviglie, fanno tutte parte delle 68 articolazioni che permettono di snodare l’organismo umano. Le articolazioni sono punti delicati del corpo e vengono protetti dai legamenti, i quali sono del tutto simili ai tendini, che tengono uniti ossa e muscoli, ma sono predisposti specificamente alla stabilizzazione e al contenimento delle ossa delle articolazioni, come ad esempio la rotula nel ginocchio o le numerose ossa del polso.
Come sono fatti i legamenti e perché sono così importanti?
I legamenti sono costituiti da fasci di tessuto connettivo strutturati secondo una gerarchia ben definita. La fibra del legamento è costituita da fascicoli circondati da una membrana fascicolare la quale contiene oltre alle cellule costitutive del tessuto, i fibroblasti, un’altra sottostruttura detta fibrilla di base, ulteriormente suddivisa in sottofibrille e microfibrille:i filamenti base del tessuto legamentoso. Il punto in cui il legamento si inserisce nell’osso si chiama punto di inserzione ed è solitamente molto vascolarizzato per permettere una buona irrorazione e un adeguato nutrimento del tessuto; proprio per la presenza dei numerosi vasi, gravi traumi alle articolazioni possono provocare ematomi anche importanti.
I legamenti, per far sì che lo scheletro non sia troppo rigido né esageratamente “sciolto” nei punti articolari, devono trovarsi all’esatto punto di tensione, come degli elastici che in base al movimento che si intende praticare si distendono e si contraggono al punto giusto.
Se per qualche motivo questi legamenti non tengono bene insieme le ossa articolari si parla di lassità legamentosa, problema che può avere origine traumatica o genetica e che in entrambi i casi può manifestarsi con conseguenze anche fastidiose.
Quali sono i legamenti più colpiti dalla lassità legamentosa e come viene diagnosticata la patologia?
Solitamente basta una visita anamnestica accompagnata eventualmente da TAC o risonanza magnetica per evidenziare uno stato di lassità legamentosa; se questa è di origina genetica, significa che il problema è stato ereditato da un genitoreoppure che una malformazione fetale non ha permesso un completo sviluppo delle fibre tissutali legamentose; in questo caso ciò che si può notare è un ginocchio varo o valgo, se la rotula non viene sostenuta adeguatamente e permette al femore di “pesare” sul ginocchio spingendolo verso l’esterno o verso l’interno, o un’eventuale displasia femoro-rotulea. Per quanto riguada le vertebre, queste possono scivolare in avanti provocando quella che prende il nome di spondilolistesi e possono essere frequenti le lussazioni dell’anca o le scapolo-omerali.
Nel caso in cui invece il problema non sia genetico, ma acquisito, la lassità può essere provocata da brutte distorsioni, lussazioni o da ripetuti traumi alle articolazioni messe maggiormente sotto stress durante le attività sportive: caviglie, spalle e ginocchia.
Come si cura la lassità legamentosa?
Qualsiasi sia l’origine del disturbo, il primo approccio terapeutico è sempre di tipo conservativo; questo significa che non si ricorre alla chirurgia, ma si preferisce elaborare un programma di riabilitazione fisioterapica che prevede un rinforzo muscolare, articolare e propriocettivo che ri-educhi il paziente al movimento anche tenendo conto della propria condizione di lassità.
Nel caso però in cui siano presenti delle vere e proprie lesioni dei legamenti, allora il medico specialista può consigliare l’intervento. Questo può essere di diversi tipi: può trattarsi di un trapianto autologo, cioè può essere prelevata una parte di tendine del paziente usata poi per ricostruire il legamento leso, di un trapianto di legamento sintetico, che consiste nel riposizionamento un legamento di tessuto artificiale, o di una sutura del tendine leso, quando questo può essere “ri-aggiustato” con le opportune manipolazioni senza trapiantare un nuovo legamento, ma lasciando quello originario.
Il problema della lassità non è solitamente grave, e nella maggiorparte dei casi può essere risolto soddisfacentemente con la ginnastica appropriata e solo molto raramente può essere indice di malattie più serie come la sindrome di Marfan o quella di Ehlers-Danlos che invece vanno trattate con più attenzione.