Fra le infiammazioni delle articolazioni, l’artrite settica è una delle più insidiose. Di solito colpisce le articolazioni di grandi dimensioni, quali il ginocchio, la spalla e la più grande di tutte: l’anca. Ciò che rende questa artrite particolarmente pericolosa è il fatto che essa aumenta notevolmente il rischio di comorbilità (ossia aumenta la possibilità che si manifestino contemporaneamente altre infezioni, con le immaginabili perniciose conseguenze per il corpo del paziente).
L’artrite settica in dettaglio
Tecnicamente, l’artrite settica è un’infezione batterica che colpisce una articolazione di grandi dimensioni. L’elemento patogeno si inserisce nella membrana di un’articolazione e ne pervade il liquido sinoviale (il liquido sinoviale è prodotto della membrana sinoviale vascolarizzata, la quale secerne il liquido con il fine di filtrare il plasma. Esso ha lo scopo di fornire nutrimento ai tessuti avascolarizzati e di lubrificare le giunzioni articolari). Dopo essersi insidiata nei liquidi corporei, l’artrite provoca una reazione infiammatoria del corpo, la quale può a sua volta causare la formazione di piartro (un tessuto purulento che si produce all’interno dello spazio articolare).
Quanto è comune l’artrite settica?
Nel comprendere quanto l’artrite settica sia un problema più o meno comune, ci vengono in aiuto le statistiche mediche. La media attuale è di circa 6 casi ogni 100.000 abitanti. Se l’incidenza può considerarsi abbastanza bassa, lo stesso non si può purtroppo dire dei danni che l’artrite provoca: pensate che il 25-50% delle persone colpite dalla patologia soffrirà di danni relativi all’artrite settica per tutta la durata della loro vita. E il 5-15% dei pazienti, se non si sottopone a cure specialistiche, rischia addirittura la morte. La mortalità pare colpire soprattutto gli anziani, il cui corpo reagisce con fatiche all’aggressività di questa patologia. Essendo una malattia molto costosa da curare, va da sé che la mortalità dell’artrite settica è particolarmente alta nei paesi in via di sviluppo quali Africa, Sud Est asiatico ed alcune regioni del Centro e Sud America.
Eziologia
Uno dei primi sintomi è un rapido gonfiore alle articolazioni, accompagnato da forte dolore e da stati febbrili (di non alta entità). Per quando riguarda i bambini (compresi i neonati), potremmo sospettare la presenza dell’artrite settica quando il piccolo risulterà molto irritabile o affetto da continue febbri. Anche il pianto è un utile campanello d’allarme: se il bambino si lamenta solo quando viene toccato un arto (ad esempio quando viene preso in braccio o gli viene cambiato il pannolino) è purtroppo possibile che sia stato colpito dalla malattia. In alcuni casi può comparire anche una pseudoparalisi, ossia una difficoltà (od impossibilità) a muovere l’arto legato all’articolazione infettata. Nel caso si osservi sulla pelle del bambino uno strano arrossamento (accompagnato o meno da gonfiore) bisognerà prestare una certa attenzione, in quanto l’arrossamento è proprio uno dei sintomi iniziali della malattia.
Le cause dell’artrite settica
Il principale responsabile dell’artrite settica è senza dubbio il batterio, o meglio, i batteri, che possono penetrare con facilità nei casi di elevata vascolarizzazione della sinovia e di assenza di membrana basale. Una volta raggiunto il sangue, i batteri patogeni si propagano rapidamente fino alle articolazioni, invadendo la membrana sinoviale. Successivamente agiscono in modo aggressivo sulla membrana stessa, provocando necrosi e tumefazione sia della membrana sia della cartilagine a causa dell’azione massiva degli enzimi proteolitici (si tratta degli enzimi preposti all’attività digestiva).
Per combattere efficacemente l’artrite settica bisogna individuare con esattezza tutti gli agenti responsabili della sua propagazione. Ciò è particolarmente importante per coloro che vivono in paesi in via di sviluppo, dove la terapia medica di qualità è, come dicevamo, difficilmente accessibile sia per ragioni economiche che per ragioni spaziali (molto spesso gli ospedali attrezzati si trovano solo nelle grandi città, a centinaia di km. dai centri abitati più piccoli e meno organizzati).
Bisognerà quindi prestare particolare attenzioni alle iniezioni (per la precisione a quelle intra-articolari), in quanto queste possono infettare facilmente il corpo del paziente. Nel caso di persone tossicodipendenti, è fondamentale che non usino siringhe altrui, poiché lo scambio di siringhe può provocare il passaggio del batterio (oltre ovviamente al rischio di contrarre l’Aids o l’epatite).
Quali sono le persone a rischio di contrarre l’artrite settica?
Anche questa classificazione risulta molto utile per chi, ignorandolo, è a rischio di contrarre l’artrite a causa di patologie pregresse. Al di là dell’età avanzata, che risulta sempre un’aggravante per la propagazione di qualsiasi patologia, le persone che soffrono di una (o più) delle seguenti malattie devono prestare particolare attenzioni alle loro condizioni di salute, in quanto sono tutti potenzialmente a rischio di contrarre quest’ulteriore indesiderata malattia:
- Artrosi
- Diabete Mellito
- Emofilia
- Endocardite batterica
- Persone con protesi
- Malati di Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita (AIDS)
- Tossicodipendenti (se adoperano siringhe già usate da altri individui)
- Cateterismo (ovvero individui nel cui corpo è stato inserito un catetere)