Ricordate quando eravate bambini, e le vostre mamme vi raccomandavano di non stare “seduti storti” per evitare la scoliosi? Consolatevi: questa preoccupazione non ha colpito solo i vostri genitori, ma anche quelli dell’antichità. La parola scoliosi possiede infatti un’ etimologia molto antica. Essa deriva dal termine greco “Skolios”, ritorto, segno questo che anche migliaia di anni fa questo problema era noto e diffuso.
Breve storia della scoliosi
Le testimonianze più antiche in area europea di una descrizione della scoliosi risalgono addirittura all’Antico Testamento, dove si parla chiaramente di persone con schiene curve. Tali notevoli deformità erano quasi sicuramente causate da una scoliosi accentuatissima e mai curata.
Tuttavia nel mondo esisterebbero descrizioni della scoliosi addirittura più antiche di quelle della Bibbia: documenti indiani ed egizi, di 2.000 anni anteriori a quelli greci ed ebraici, parlano di deformità della colonna vertebrale. Volendo si potrebbe spingersi ancora più indietro, in quanto esiste un’incisione dell’Età della Pietra (quindi vecchia di dozzine di millenni) in cui è raffigurato un uomo colpito da una scoliosi a causa della deformazione di un’emivertebra.
Il fatto che gli antichi testi medici non parlassero estesamente di questa problematica non significa quindi che essa non esistesse. Semplicemente, in tempi di carestie, epidemie mortali, lebbra e peste, la scoliosi era l’ultimo dei mali, quello meno pericoloso e quindi quello che “veniva per ultimo” nelle analisi dei medici e dei cerusici.
La cura della scoliosi nel corso dei secoli
Tuttavia non si deve nemmeno credere che la scoliosi venisse completamente ignorata. Se ai tempi della Bibbia tali difetti della colonna non si potevano curare, già il greco Ippocrate (pochi secoli dopo) scrisse un intero trattato, il Perì Arthron, sui modi di risolvere il problema. Il metodo da lui escogitato fu applicato per molti secoli e si basava su pressioni con le mani sulle gibbosità della colonna, su delle trazioni longitudinali e su un vero e proprio telaio di riduzione. Tali pratiche rappresentano una sorta di paleomedicina nella cura della scoliosi. Come abbiamo detto, le cure di Ippocrate furono seguite pressoché immutate per molti secoli. Ma circa 1.000 anni dopo, Paolo d’Egina iniziò ad applicare anche dei bendaggi steccati, che se adoperati per un tempo prolungato avrebbero potuto portare dei miglioramenti. In pieno Rinascimento il problema della scoliosi fu analizzato con attenzione dal celebre chirurgo francese Ambroise Paré. Parè fu il chirurgo reale di ben quattro sovrani francesi del XVI secolo, inventò molti strumenti chirurgici ed era un maestro della medicina di guerra, che in quell’epoca era purtroppo molto utilizzata. Il francese ebbe un approccio più pragmatico al problema della scoliosi, ideando delle corazze metalliche che dovevano essere indossate dai pazienti per attenuare le deformità della schiena. Considerata l’estesa esperienza bellica di Parè, non è escluso che tali corazze, se opportunamente irrobustite, potessero essere indossate anche in battaglia dai soldati con problemi alla schiena!
La colonna vertebrale vista da vicino
Se osserviamo con attenzione la colonna vertebrale di un essere umano adulto, noteremo che delinea tre curve differenti fra loro. Analizzando di profilo la spina dorsale, apprezzeremo una curva che si disegna verso la parte interna del corpo, all’altezza del collo (la colonna cervicale). Un’altra curva si sviluppa all’esterno della schiena, all’altezza del petto (e prende il nome di colonna vertebrale toracica). Questa curva tende poi a rientrare all’altezza dei reni (prendendo il nome di colonna dorsale). Queste tre curve, cervicale, toracica e dorsale sono le tre naturali curve del corpo e qualsiasi divergenza dalla loro normale curvatura può provocare delle disfunzioni più o meno accentuate.
Se invece ci poniamo alle spalle dell’individuo analizzato, dovremmo in teoria riscontrare una linea perfettamente diritta, una colonna nel vero senso del termine. Se invece la colonna presenta delle curve laterali apprezzabili ad occhio nudo, ecco che di fronte a noi abbiamo un tipico caso di scoliosi; una problematica che colpisce soprattutto gli adolescenti, in quell’ età di crescita esponenziale del proprio corpo e di scarsa attenzione per la propria posizione durante le ore scolastiche od alla scrivania nel pomeriggio.