L’osteoporosi procura un progressivo indebolimento osseo dovuto a degli squilibri che avvengono nel normale processo di costruzione e distruzione delle ossa ad opera di cellule specifiche: gli osteoblasti e gli osteoclasti. Il 23% delle donne di età superiore ai 40 anni soffre di osteoporosi mentre dopo i 70 anni la percentuale sfiora il 46%.
È una patologia che nel 95% dei casi colpisce le donne, le quali con la menopausa subiscono forti cambiamenti ormonali che impediscono un adeguato assorbimento di calcio, elemento di cui sono costituite in gran parte le ossa. Anche una certa percentuale di uomini però ne soffre, specialmente in età molto avanzata o come conseguenza di altre patologie caratterizzate da un malfunzionamento ormonale.
Le conseguenze più frequenti dell’osteoporosi sono le fratture ossee. Una donna di 50 anni di età ha il 50% di probabilità di fratturarsi un osso nel corso della propria vita e in particolare si rendono particolarmente fragili le ossa del rachide, il radio e il femore (la frattura del quale in alcuni casi può essere anche letale).
Ci sono alcuni fattori di rischio che rendono una donna predisposta alla malattia, come ad esempio la menopausa precoce, l’abuso di alcool e caffè, l’eccessiva magrezza, terapie a base di cortisone o altre patologie. In questo caso i valori dell’esame densitometrico delle ossa possono evidenziare una situazione di osteopenia che necessita particolari attenzioni affinché non sfoci nell’osteoporosi vera e propria.
Cosa fare in caso di osteopenia e osteoporosi?
Ad Ursula Andress, la prima bond girl della TV, tempo fa è stata diagnosticata l’osteoporosi e di certo non si è risparmiata quando si è trattato di camminare, nuotare e fare sport.
Chiunque sia affetto da questa patologia dovrebbe dedicare qualche ora a una buona ginnastica posturale facendosi seguire da un fisioterapista specialista nel recupero del trofismo osseo mediante esercizi specifici tesi a prevenire o a recuperare eventuali fratture.
In particolare gli esercizi devono superare uno sforzo minimo perché sia efficace, ma senza esagerare con le sollecitazioni e devono essere sito-specifici cioè devono essere diversi in base alla zona ossea da tenere maggiormente sotto controllo. Si è osservato ad esempio, che se fare le scale più volte al giorno è un ottimo metodo per rafforzare il collo del femore, la marcia veloce fortifica il rachide.
Discipline orientali come il Tai Chi possono aiutare molto a stimolare la propria coscienza corporea e rendere una persona più agile e decisa nei movimenti limitando quindi il rischio di cadute domestiche, mentre attrezzi come pesi, elastici o palla di Bobath possono essere usati per rinforzare i muscoli e stabilizzare la postura del tronco prevenendo così l’ipercifosi, che può portare a problemi polmonari.
Per massimizzare la formazione ossea gli esercizi devono essere preceduti da un adeguato riscaldamento e devono essere della giusta intensità, intermittenti e rapidi, sempre alternati a sessioni di riposo.
L’importante è non fermarsi mai!
Tutti questi esercizi devono essere supervisionati da un fisioterapista per evitare errori che potrebbero procurare effetti opposti a quelli desiderati.
La fisioterapia risulta poi estremamente importante quando la riduzione di massa ossea, che per 4-5 anni dopo la menopausa varia dall’1,1-1,5%, si stabilizza all’1% annuo .
Anche chi non può concedersi il piacere di impegnare il proprio corpo con il movimento, può fare qualcosa per le sue ossa con la magnetoterapia, che però deve essere applicata da professionisti con macchine che possono fornire l’intensità adeguata.
In ogni caso spesso basta farsi seguire soltanto nei mesi invernali, mentre quando il tempo lo permette bastano le passeggiate che si fanno in compagnia degli amici, l’importante è non fermarsi perché i risultati ottenuti col movimento sono reversibili e possono regredire nel momento in cui si cessa l’attività fisica.