Le problematiche alla caviglia sono da sempre fonte di grande preoccupazione per gli atleti professionisti ma anche per coloro che, qualche volta a settimana, amano rilassarsi correndo in un parco o (i più fortunati) in aperta campagna. Al di là della pericolosa artrosi della caviglia,esistono delle problematiche minori, ma comunque fastidiose. Fortunatamente molte di esse possono essere affrontate in modo “dolce” senza dover necessariamente rivolgersi ad un chirurgo. Fra queste problematiche, una delle più diffuse è la cosiddetta “caviglia rigida”.
La caviglia vista da vicino
Se avete letto il nostro precedente articolo sull’artrosi della caviglia, conoscete già con precisione le varie ossa che compongono questa delicata ed importante articolazione. Se non l’avete letto, possiamo riassumere rapidamente la descrizione della caviglia dicendo che essa è formata da tre ossa (perone, tibia e astragalo) che si uniscono in una sorta di cerniera. A collegarle sono preposti dei particolari tendini e a rendere più stabile il tutto contribuisce la cartilagine. Risulta evidente come un’articolazione così delicata e complessa possa soffrire delle più diverse patologie, quali infiammazioni e lesioni dei tendini o distorsioni più o meno gravi.
La patologia della caviglia rigida
Tecnicamente parlando, la caviglia rigida non è altro che una tendinosi, ossia una tendinopatia cronica. Il danno che compare all’interno della nostra caviglia è dato da una serie di microstrappi del tessuto connettivo. Da ciò deriva una lesione del tendine d’Achille il quale, a lungo andare, sopporterà sempre meno il carico del corpo. Se non curata in modo adeguato, la tendinosi può portare addirittura alla dolorosa rottura del tendine d’Achille, con tutte le conseguenze del caso. Una prima conseguenza delle tendinosi è l’ispessimento del tendine, che diviene appunto rigido.
In certi casi possono addirittura comparire delle calcificazioni. Da ciò deriva la rigidità della caviglia e tutte le problematiche ad essa legate.
Cosa provoca la caviglia rigida?
Le possibili cause della caviglia rigida sono molto varie, fra esse ricordiamo:
– le patologie degenerative: gotta, artrite reattiva e reumatoide, artrite psoriasica
– il piede patto o altre compromissioni nella normale struttura del piede
– l’utilizzo di scarpe inadatte alla nostra attività fisica o lavorativa
Le prime due cause sono purtroppo ben al di là della nostra capacità di controllo, ma la scelta di scarpe adatte al nostro sport o al nostro lavoro entra nel merito delle nostre responsabilità: spetta infatti a noi avere la maturità (come sportivi) di spendere quei 50 euro in più per comprare le calzature (e in generale, l’attrezzatura) più adatte per la nostra attività fisica. Come abbiamo già ribadito in altri articoli in passato, il denaro speso per un paio di scarpe di qualità è in realtà del denaro guadagnato, perché eviteremo di spenderne molto di più per consulenze, esami e, nei casi più gravi, per vere e proprie operazioni chirurgiche.
Come comprendere rapidamente se si soffre di caviglia rigida
Al di là della descrizione tecnica finora proposta, è evidente come ogni sportivo voglia sapere rapidamente e chiaramente se sta soffrendo del problema della caviglia rigida.
I sintomi più comuni sono il gonfiore e l’arrossamento della parte lesa. Essi non saranno necessariamente presenti sin dall’inizio, ma potranno manifestarsi in seguito ad un disinteresse del paziente nei confronti del primo sintomo: il dolore. Non bisogna mai sottovalutare eventuali “doloretti” che si sentono durante la corsa, specie all’inizio dell’attività fisica. Se siete dei sollevatori di pesi, prestate particolare attenzione quando effettuate gli squat o usate la macchina “bench press”; in questi esercizi la caviglia tende ad essere particolarmente sollecitata, anche se il movimento eseguito ha comunque una breve ampiezza.
I migliori esercizi per la caviglia rigida
Al di là della cura per il riscaldamento e lo stretching pre e post attività sportiva e al di là di una dieta ricca di Omega 3 (un vero toccasana per i vostri tendini), esistono degli esercizi particolarmente indicati per evitare il comparire del fenomeno della caviglia rigida.
Tra essi ricordiamo:
– il R.I.C.E.
Si tratta di un acronimo che sta per
Riposo: nel caso di caviglia rigida, tenere la gamba a riposo, evitando ogni carico, per lo meno per le prime 24 ore.
Ice (ghiaccio): le lesioni emanano calore, perciò per prima cosa le caviglie dovranno essere raffreddate con impacchi di ghiaccio. I cubetti andranno applicati ogni ora per i primi due o tre giorni. L’applicazione dovrà durare almeno una ventina di minuti.
Compressione: bisognerà comprimere la caviglia con un bendaggio elastico compressivo, da indossare per almeno un paio di giorni.
Va ricordato che il trattamento RICE è decisamente “invasivo”; non si tratta quindi di un semplice “esercizio”, quanto di una sorta di protocollo che si dimostra molto utile se la tendinosi è già in stato avanzato e se è accompagnata ad un vistoso rigonfiamento
– l’ABC
si tratta di un esercizio semplice e comodo: una volta seduti su una sedia o su un divano si dovrà tenere il piede libero, staccato da terra, ed utilizzarlo per “scrivere in aria” le varie lettere dell’alfabeto. Il vantaggio di questo esercizio è che permette di esercitare completamente la caviglia senza dover prestare attenzione ad ogni singolo movimento e senza rischiare di dimenticarne qualcuno. Risulta quindi particolarmente utile per i bambini, per le persone un po’ distratte e per chi voglia esercitarsi in qualsiasi “momento morto” della giornata: sul treno, in banca, alla fermata dell’autobus…
– esercizi di allungamento: sono esercizi di stretching da eseguire con una certa attenzione. Normalmente necessitano di una sedia e di un asciugamano che funge da base per la caviglia. Vanno effettuati con una certa attenzione e precisione perciò si consiglia di consultare un esperto fisioterapista: sarà lui a spiegarvi con semplicità e chiarezza il modo migliore per eseguire questi esercizi e sarà sempre lui a indicarvi la tabella di marcia da utilizzare per riportare rapidamente in forma la propria caviglia.