La grande varietà e la profonda ampiezza dei movimenti rotatori, circolari ed estensori delle braccia sono assicurati da un’articolazione tra le più importanti del corpo umano: la spalla.
La spalla è formata da 3 ossa: omero, scapola e clavicola e viene sostenuta dalla presenza di muscoli e tendini, in particolare il sovraspinato, il sottospinato, il piccolo rotondo e il sottoscapolare. Insieme, muscoli, tendini e conformazione articolare prendono il nome di cuffia dei rotatori.
La clavicola è un osso che si pone in posizione superiore rispetto al resto dell’articolazione, e sotto di essa si forma uno spazio entro cui scorrono i tendini della cuffia. Per facilitare lo scorrimento e renderlo più fluido è presente una borsa (borsa sob-acromio-deltoidea). In alcuni casi però, delle lesioni o una conformazione ossea particolare possono indurre l’insorgenza di un’infiammazione fastidiosa che prende il nome di impingement della spallao di sindrome da conflitto sub acromiale (dal nome di quella parte superiore della clavicola, l’acromion).
Quali sono le cause della sindrome da conflitto sub-acromiale?
La sindrome può essere scatenata da più fattori. Innanzitutto può infiammarsi la borsa che, eccessivamente sollecitata, tende a procurare dolore ad ogni movimento; ma in alcuni casi sono delle formazioni ossee sull’acromion, i cosiddetti speroni, che ledono i muscoli ad ogni movimento infiammandoli più o meno gravemente. In questo caso si parla di artrosi acromion/claveare e la patologia deve essere sottoposta all’esame di un medico specifico. Nella maggior parte dei casi però il problema alla cuffia dei rotatori è dato dalla compressione del sovraspinoso tra l’acromion e la testa dell’omero. Questo avviene quando la muscolatura, in seguito a trauma o per conformazione anatomica, non riesce a mantenere in posizione l’omero che al movimento si sposta verso l’alto schiacciando il tendine e la borsa tra l’omero stesso, l’acromion e tutta la struttura dei legamenti.
In questo caso si parla di Conflitto subacromiale secondario; il Conflitto subacromiale primario è invece provocato dalla conformazione dell’acromion; se questo è arcuato o uncinato infatti, le probabilità di incorrere nella sindrome da impingement sono senza dubbio più elevate.
Chi soffre di impingement e quali sono i sintomi?
La sindrome colpisce solitamente coloro che per lavoro o sport, sollevano spesso le braccia oltre i 45° rispetto al tronco: imbianchini, casalinghe, pallavolisti, manutentori di vario genere possono sviluppare delle infiammazioni che in base al motivo scatenante provocano sintomi differenti.
Le manifestazioni della sindrome da conflitto subacromiale dipendono anche dalla gravità dell’infiammazione e i medici hanno individuato 3 stadi entro cui inserire i vari casi che si presentano: nel 1° stadio sono presenti edema ed emorragia, i danni sono quasi sempre provocati da traumi o iperattività articolare (in particolare ne soffrono i giovani sportivi under 25) e sono sempre reversibili; nel 2° stadio è evidente una fibrosi di borsa e tendini, solitamente colpisce uomini tra i 25 e i 40 anni e se è impossibile tornare ad avere tessuti sani è comunque possibile riacquisire la funzionalità originaria; l’ultimo stadio, il 3°, si presenta quando è evidente una grave tendinosi accompagnata da vere e proprie lesioni dei tessuti tendinei e colpisce soprattutto pazienti di età superiore ai 50 anni.
Come già detto, la sintomatologia dipende dalla gravità del trauma, ma solitamente si manifesta con dolore alla spalla e al braccio e con una limitata funzionalità articolare; all’inizio, quando l’infiammazione è acuta è anche possibile che il dolore muscolare alla spalla si faccia sentire soprattutto di notte e a riposo.
La terapia
In seguito ai vari test clinici e agli esami strumentali (Radiografie o Risonanze Magnetiche), l’ortopedico può diagnosticare la sindrome ed inserirla in uno dei 3 livelli di gravità in base al quale elabora la terapia che più si confà.
Nella maggior parte dei casi si tende a preferire una terapia conservativa che prevede la somministrazione a livello orale o locale di farmaci antinfiammatori ed analgesici, riposo e fisioterapia specifica, quest’ultima è rivolta alla ricostituzione degli spazi naturali all’interno dell’articolazione riequilibrando la muscolatura e riducendo l’infiammazione.
Tuttavia nei rari casi in cui questo non basta, è possibile ricorrere alla chirurgia. Questa si avvale di un piccolo intervento in artroscopia teso ad ampliare lo spazio subacromiale entro cui avviene il maggiore, doloroso attrito e ciò è possibile eliminando il tessuto cicatriziale e infiammato. Tutta la procedura avviene in un tempo piuttosto limitato e non richiede l’utilizzo di tutori né ingessature, ma solo riposo per un mese o poco più ed esercizi mirati al recupero funzionale.