Vi è mai capitato di sentire un rigonfiamento sul polso? Una sorta di “pallina” semimorbida al tatto, che non provoca dolore nemmeno se sottoposta a pressione ma che risulta comunque un po’ inquietante perché può fare pensare a patologie gravi, magari addirittura ad un tumore…
Fortunatamente i gangli (è questo il nome dei rigonfiamenti) sono delle neoformazioni benigne provocate da una degenerazione della capsula articolare. Possono comparire sulla superficie di varie articolazioni ma è il polso la zona in cui appaiono più spesso. “Ganglio” è il nome più comune della neoformazione, che può però prendere il nome di ciste sinoviale, igroma, ciste gangliare o artrogena.
In alcuni casi i gangli possono essere poco visibili ma dolorosi al tatto; in questo caso si parlerà di gangli “occulti”.
Cosa causa un ganglio del polso?
La scienza medica non ha ancora scoperto le cause che provocano il ganglio del polso. Si pensa però che in alcuni casi possa essere provocato da un trauma legato ad una lesione della cartilagine o dei legamenti della mano. Si è comunque riscontrato come questa patologia colpisca soprattutto le persone in un età compresa fra l’adolescenza ed i 40 anni. Le donne sono più colpite degli uomini e i gangli compaiono con più facilità nelle persone che per lavoro o per passione sportiva usano in modo intenso l’articolazione del polso. Le cosiddette cisti mucose (presenti sulle articolazioni delle dita) colpiscono le persone più mature, fra i 40 ed i 70-80 anni di età, e sono associate ad altre infermità della terza età come l’artrite e l’artrosi.
Cosa c’è all’interno di un ganglio o di una cisti?
Se vi è capitato di vedere comparire sul polso una cisti vi sarete quasi sicuramente chiesti cosa si potesse trovare all’interno di questa curiosa “palla di pelle”. La risposta è molto semplice: la cisti contiene un fluido molto denso, non così diverso da quello preposto alla lubrificazione delle articolazioni. Se le mani sono in movimento la cisti tende ad essere più evidente, riducendosi invece durante il riposo.
La migliore diagnosi per il ganglio del polso
La prima cosa da fare se si individua la presenza di un ganglio è di richiedere una radiografia, in modo da scongiurare in partenza l’idea di una fastidiosa artrosi o addirittura un tumore annidato in una delle tante ossa della mano. La radiografia però non può da sola “inquadrare” esattamente il ganglio perciò il medico prescriverà, successivamente al primo esame, una RMN (ovvero una risonanza magnetica nucleare) o un’ecografia. Ciò servirà per comprendere esattamente le caratteristiche biologiche della cisti e capire così cosa l’abbia causata.
Ganglio e cisti: operare o non operare?
Chi di voi ha letto l’Amleto di Shakespeare ricorderà la frase del principe danese: “Essere o non essere? Questo è il problema!”. La frase potrebbe essere adatta a chi sta decidendo cosa fare con il ganglio: è il caso di asportarlo chirurgicamente oppure no? Va innanzitutto sottolineato come esso, non essendo un tumore maligno, potrebbe anche essere lasciato al suo posto perché al di là di un lievissimo “problema estetico” non causa nessun altra difficoltà. Tale “problema” poi riguarderebbe solo quella piccola categoria di persone particolarmente attenta alla propria immagine per ragioni professionali: modelle, attori, giornalisti e forse politici. Tutti gli altri potrebbero invece ignorare questa “patologia”, anche perché spesso dopo qualche mese il ganglio può scomparire da solo.
Un buon metodo per accelerare il processo di riassorbimento del ganglio ( o della cisti) è di immobilizzare la parte lesa, ad esempio usando un tutore del polso per un mese o due.
Nel caso si volesse intervenire chirurgicamente, bisognerà operare una exeresi (ossia una escissione) della cisti. Ciò sarà necessario se la cisti o il ganglio causano dolore o fastidiosi formicolii a causa della compressione dei nervi posti nelle vicinanze del ganglio stesso. In questo caso il paziente dovrà recarsi in ospedale per una semplice procedure in regime di “Day-Hospital”, ovvero per poche ore. Il chirurgo inciderà la pelle al di sopra della cisti ma non si limiterà ad aspirare il liquido posto al suo interno bensì andrà a isolarla tagliando la sua connessione con la guaina dei tendini. Successivamente la cisti sarà estratta e la piccola incisione rapidamente ricucita.
Il recupero è molto rapido: dopo 3-4 giorni si potrà togliere la fasciatura per effettuare una prima medicazione ed una diagnosi dell’evoluzione della ferita. Dopo circa 15-20 giorni ci si recherà nuovamente in ospedale (od anche dal proprio medico di base) per rimuovere i punti di sutura.
Dopo un mese circa si potrà ritornare al proprio sport preferito, con la serenità di non vedere più spuntare come un fastidioso fungo questo ganglio del polso.
Va comunque ricordato che alcuni pazienti potrebbero essere interessati da recidiva: il ganglio potrebbe quindi riformarsi dopo qualche anno, anche se sempre in forma benigna.