Il polso è una complessa articolazione che mette in comunicazione l’avambraccio (formato da ulna e radio, che vanno dal gomito al polso stesso) con la mano.
Il polso è formato da piccole ossa che formano il carpo; quest’area è costituita da 8 ossa corte posizionate in 2 file. Nella fila più vicina al braccio c’è un osso particolare, detto scafoide, che si trova alla base del pollice e che nel caso di cadute a braccio teso può fratturarsi originando qualche piccolo problema
Perché si rompe lo scafoide?
Lo scafoide trovandosi alla base del pollice è il primo osso a urtare con il pavimento in caso di cadute attutite con una mano. È un piccolo osso corto che a volte non riesce a sostenere la violenza dell’urto e si frattura in un punto più o meno vicino all’avambraccio.
Spesso sono anche gli incidenti stradali la causa delle fratture, ma più frequentemente sport come le arti marziali o il rugby possono causare urti violenti e conseguenti fratture.
Nel momento in cui il piccolo osso si rompe, i sintomi manifestati comprendono dolore e limitazione funzionale. La sintomatologia poco specifica e in alcuni casi anche poco incisiva, rendono la diagnosi complessa anche perché spesso si tende a rimandare la visita dall’ortopedico nella speranza che il dolore passi da sé.
Quando un paziente si reca dal medico, questo effettua una visita durante la quale valuta l’eventuale dolore alla base del pollice specialmente in seguito a pressopalpazione, se poi permane il dubbio che possa trattarsi di frattura dello scafoide e non di una semplice distorsione, possono essere prescritti deitest di laboratorio come raggi x o risonanze magnetiche.
La difficoltà di recupero della frattura
La frattura del piccolo osso può avvenire nella zona più vicina al pollice, in quella più vicina all’avambraccio o nella parte mediana.
L’osso è formato da cellule vive in continuo rimodellameto. Per quanto possa sembrare un tessuto statico è invece solitamente molto innervato e vascolarizzato e necessita di nutrimento per la propria rigenerazione.
Lo scafoide viene irrorato in senso anomalo rispetto alla maggiorparte dei tessuti dell’organismo; i vasi procedono infatti dalla parte distale della mano(cioè quella più lontana dal corpo) a quella prossimale (cioè più vicina al corpo). Con la frattura anche i vasi sanguigni possono subire delle lesioni e l’irrorazione del tessuto può essere particolarmente difficoltoso, specialmente se la frattura avviene vicino al pollice. Mancando una buona irrorazione la rigenerazione diventa piuttosto lunga, ma seguendo i consigli dell’ortopedico è comunque certo che si possa riottenere un’ottima funzionalità articolare.
Come viene trattata la frattura dello scafoide?
Solitamente la terapia applicata per la frattura dello scafoide è quella conservativa; si cerca cioè di immobilizzare l’articolazione cercando di permetterne la risaldatura spontanea. Può capitare però che nonostante i circa 30 giorni di ingessatura, l’osso non si rimargini a causa della diminuzione del circolo sanguigno e in questo caso può essere consigliato l’intervento chirurgico.
L’operazione avviene mediante una piccola incisione sul polso, nella parte anteriore o posteriore in base a dove è localizzata la frattura, e l’inserimento di viti particolari che tengano i frammenti dell’osso fermi gli uni rispetto agli altri.
È fondamentale che per un periodo di tempo, da valutarsi in base alla gravità del trauma, il paziente rimanga con l’articolazione immobile o comunque a stretto riposo affinché il tessuto possa iniziare nuovamente il proprio percorso di rigenerazione, inoltre, in caso di dolori molto forti, è possibile assumere dei farmaci antidolorifici e soprattutto è fondamentale che, specialmente nel caso di ingessatura, si tengano sempre in movimento le altre dita della mano svolgendo gli esercizi consigliati dal fisioterapista, in quanto altrimenti si rischia un intorpidimento della mano che renderebbe il recupero ancora più lungo e tortuoso.
Per quanto in alcuni casi un certo indolenzimento possa durare per qualche tempo dopo la terapia e solo raramente sia possibile la permanenza di dolore nel momento in cui si appoggia il carico sul polso o si sforzi la mano nella presa di oggetti pesanti, quasi sempre se si seguono con attenzione le prescrizioni mediche è possibile tornare a svolgere tranquillamente il proprio sport o la propria attività lavorativa.