Oggi voglio parlarvi della fascite plantare, un nemico che il podista deve conoscere
La fascite plantare colpisce circa il 12% dei podisti, l’insorgenza di
tale disturbo avviene alla base del calcagno per poi irradiarsi su
tutta la base del piede.
Molte volte viene confusa con una spina
calcaneare, ma attraverso dei test specifici è possibile fare una
diagnosi più precisa.
Il dolore è mattutino soprattutto nei primi passi della giornata per
poi diminuire nel corso della giornata, il fastidio si avverte quando
manteniamo per un po’ di tempo la posizione seduta e andiamo per
rialzarci ed il dolore è molto forte a livello dell’attaccatura delle
articolazioni metatarsali (avampiede)
Chi soffre di fascite plantare?
Le persone che aumentano il numero dei km settimanali, ma
soprattutto chi non effettua dopo gli allenamenti un adeguato
allungamento specialmente a livello dei muscoli estensori del piede e
delle dita.
Nella grande maggioranza, la fascite plantare è tipica
di chi ha un piede piatto congenito.
Come curare la fascite plantare?
La prima cosa che consiglio è il riposo dalla corsa per poi fare le
cure necessarie.
- Tecniche manuali per cercare di togliere le tensioni legamentose, muscolari e articolari sia livello del piede sia a livello globale.
- Tecnologia : Laserterapia e Tecarterapia.
- Esercizi da fare sempre prima e dopo la corsa per non ricadere nella fascite plantarerecidive di questa patologia.
si consiglia la crioterapia dopo le sedute riabilitative per cercare
di non aumentare l’infiammazione-
Si ritorna al gesto atletico solo quando il dolore è scomparso ed i
nostri test risultano essere negativi.
Nei casi più gravi consiglio spesso una
una visita baropotometrica che servirà per vedere come il corpo
distribuisce il carico a livello del piede, se tale esame risultasse
sbilanciato si ricorrerà a l’utilizzo di un plantare di scarico.