L’ernia ombelicale è il classico disturbo che “non guarda in faccia nessuno”: uomini, donne, bambini, anziani… persone di tutte le età e di entrambi i sessi vengono colpiti da questo male. In questo articolo cercheremo di analizzarne le cause e le modalità di cura, valutando quali siano i pro e i contro di un eventuale risolutore intervento chirurgico.
I vari tipi di ernia
L’ernia può presentarsi in diverse modalità; è necessario conoscerle esattamente per poter comprendere con esattezza se ciò di cui soffriamo è davvero un ernia ombelicale.
Iniziamo parlando del nostro stomaco, o meglio dell’addome, in cui gli alimenti sono ospitati, coperti da tre strati differenti:
- Un primo strato composto dal peritoneo: una membrana sottilissima
- Un secondo strato parietale, composto da vari muscoli
- L’ultimo strato, che è semplicemente la pelle.
Quando i muscoli addominali si indeboliscono, gli intestini possono tendere a fuoriuscire proprio dal punto più debole della muscolatura. Insieme ad esse fuoriesce il peritoneo (il primo strato di copertura di cui abbiamo parlato poco sopra). Questa fuoriuscita causa una sorta di rigonfiamento che spesso è riscontrabile ad occhio nudo. Tale rigonfiamento prende il nome di ernia.
L’ernia può presentarsi in tre varianti:
- L’ernia post-laparotomica (una delle più gravi)
- L’ernia inguinale, che colpisce appunto l’area inguinale
- L’ernia ombelicale, che si manifesta nei dintorni dello stomaco, all’altezza dell’ombelico
La protrusione, ossia il rigonfiamento causato dall’ernia, a volte risulta morbida al tatto, a volte invece è particolarmente rigida. Ma sia in un caso che nell’altro la palpazione causa un dolore spesso intenso e dei forti bruciori.
I sintomi possono aggravarsi durante la defecazione, oppure successivamente a pasti particolarmente abbondanti. Quando il bruciore è molto intenso, l’ernia può apparire con un forte colore rossastro o violaceo, che interessa anche la colorazione della pelle posta esattamente all’esterno dell’ernia stessa.
Cosa causa l’ernia ombelicale?
Normalmente la debolezza muscolare può scaturire dal sollevamento di pesi eccessivi rispetto alle capacità del proprio corpo. A volte invece la debolezza nasce da un indebolimento graduale delle fasce muscolari, caso tipico di coloro che effettuano un’attività lavorativa continua e particolarmente pesante (ad esempio i cosiddetti “camalli”, cioè gli scaricatori di porto, oppure i traslocatori).
Col trascorrere del tempo le ernie possono aumentare di volume, diventando particolarmente pericolose perché l’ernia stessa finisce con l’essere avvolta dagli intestini, rischiando di tagliarli.
La cura dell’ernia ombelicale
Il metodo radicale per risolvere l’ernia è la classica operazione chirurgica. Tale intervento può avvenire sia in anestesia locale sia in anestesia generale. Normalmente le ernie di maggiore grandezza vengono curate proprio con una anestesia più intensa, ciò può essere necessario anche nel caso in cui il paziente sia una persona ansiosa, incapace quindi di rimanere calmo durante un’operazione in cui sia cosciente.
L’intervento inizia sempre praticando un’incisione sopra l’ernia con il bisturi, successivamente il contenuto dell’ernia viene delicatamente reinserito nell’addome. Dopo di che avviene la suturazione dei muscoli, finalizzata a richiudere con precisione la fascia indebolita. In alcuni casi più gravi, fortunatamente rari, i muscoli non riescono a coprire completamente l’ernia, perciò il chirurgo prosegue l’intervento inserendo una rete in materiale anallergico per risolvere il problema..
Infine si richiuderà la pelle che circonda l’incisione, che verrà poi suturata.
Quali sono i pericoli di un’operazione chirurgica per l’ernia ombelicale?
Come tutte le operazioni, anche quella all’ernia ombelicale può presentare dei rischi. Questa operazione chirurgia è normalmente molto sicura, ma le potenziali complicazioni non vanno mai ignorate del tutto. Le difficoltà più comuni che chi si opera all’ernia può dover affrontare sono una generale sensazione di nausea, conati di vomito, ritenzione urinaria, dolore alla gola. Va evidenziato come questi effetti collaterali non dipendano dall’ernia in sé, ma dall’anestesia totale, che in persone più sensibili può provocare effetti fastidiosi. Starà a voi decidere se affrontare questi possibili rischi o piuttosto affrontare a sangue freddo l’operazione utilizzando una semplice anestesia locale.
Una difficoltà post operatoria tipica dell’operazione all’addome è invece l’infezione, che può compromettere le incisioni addominali praticate dal chirurgo. In questo caso sarà necessario intervenire tempestivamente con massicce dosi di antibiotici per scongiurare il peggioramento dell’infezione stessa.
Non va infine dimenticato, soprattutto nel caso di pazienti giovani e di sesso femminile, il lato estetico: l’incisione per curare un’ernia ombelicale può lasciare delle cicatrici importanti. Fortunatamente la chirurgia estetica può risolverle senza eccessiva difficoltà, ma bisognerà comunque mettere “in conto” (sotto tutti i punti di vista!) di doversi sottoporre ad una seconda operazione di carattere estetico, dopo averne affrontata una puramente “sanitaria”.
Purtroppo l’ernia operata non sempre scompare del tutto, ed in alcuni casi potrebbe tornare a disturbarvi. Fate perciò attenzione ad evitare qualsiasi affaticamento muscolare eccessivo, altrimenti rischiereste di dover tornare in sala operatoria e ripetere lo stressante iter medico appena descritto!