L’usura ossea e cartilaginea non rovina, a lungo andare, soltanto le grandi articolazioni come le anche o le ginocchia. Anche alcune delle 7 vertebre cervicali possono essere fonte di dolore e perché ciò non accada è opportuno cercare di evitare i fattori di rischio e rivolgersi subito a un ortopedico, fisiatra e fisioterapista nel caso in cui si percepiscano i primi sintomi.
Cos’è l’artrosi cervicale e perché insorge?
Viene chiamata anche cervicartrosi o spondilosi cervicale e consiste nella degenerazione delle vertebre cervicali. Le cartilagini si assottigliano, le ossa sfregano e si possono creare delle dolorose formazioni ossee, gli osteofiti, che premono sui nervi o direttamente sul midollo.
I più predisposti sono gli adulti oltre la 5° – 6° decade di età, ma traumi violenti, predisposizione, alcune malattie come l’artrite reumatoide, cifosi o scoliosi o semplicemente una vita troppo sedentaria e inattiva e frequenti posture scorrette possono causarne una manifestazione precoce.
I sintomi dell’artrosi cervicale sono diversi; il dolore è sanz’altro il primo a manifestarsi, ma sono comuni anche vertigini, nausea (e nei casi più gravi anche vomito) e se anche il midollo viene schiacciato possono presentarsi formicolii, intorpidimenti o addirittura parestesie.
I sintomi iniziali, quelli che devono indurre il paziente a rivolgersi al medico, sono rigidità del collo e scricchiolii sospetti oppure la sensazione di avere sabbia tra le vertebre, il tutto accompagnato da un eventuale mal di testa ricorrente.
Come viene diagnosticata l’artrosi cervicale e come si tratta?
Al medico basta la visita clinica e anamnestica per individuare con un buon margine di certezza un caso di artrosi cervicale, ma per avere la sicurezza più totale è possibile sottoporsi a raggi X o risonanze magnetiche, nei casi più gravi.
Nella fase acuta, durante la quale il dolore al collo è abbastanza forte e si manifestano anche altri sintomi, l’unica cosa da fare è riposarsi, applicare impacchi caldi e, se necessario, assumere farmaci come i FANS o l’ibuprofene.
Quando però la fase acuta regredisce è opportuno prendere dei provvedimenti a lungo termine. La degenerazione ossea non può essere curata definitivamente, ma è senza dubbio possibile fare in modo che le fasi acute si presentino il più raramente possibile. Questo obiettivo è raggiungibile con una buona fisioterapia e con degli accorgimenti da applicare al proprio stile di vita.
Piccole rotazioni quotidiane del collo, circolari, da destra verso sinistra o in senso obliquo, possono mantenere sane le vertebre; questi esercizi sono utili non soltanto per rimediare ad un’artrosi già in corso, ma anche per prevenirla nei casi in cui si sia coscienti di presentare uno dei fattori di rischio.
È fondamentale anche tenere il collo al caldo, anche d’estate, ed evitare l’esposizione a getti d’aria condizionata diretti sulla zona cervicale.
Chi voglia provare i rimedi naturali, specialmente all’inizio della patologia, può utilizzare creme o capsule con artiglio del diavolo o arnica.
La fisioterapia a cui sarebbe sempre consigliabile affidarsi, anche ai primi accenni di dolore, può offrire una vasta gamma di possibilità terapeutiche: dai massaggi, l’osteopatia, alla fisiokinesiterapia, ai pompage cervicali. La ginnastica posturale è sempre un ottimo rimedio per tantissimi dolori a carico della colonna vertebrale e in più è possibile usufruire, secondo il parere del fisioterapista, distrumenti come la tecarterapia o gli ultrasuoni.
È bene essere tempestivi!
Anche in questo caso, benché a volte i dolori siano poco frequenti, è bene rivolgersi a dei professionisti il prima possibile, per evitare che un fastidio che è possibile tenere facilmente sotto controllo, evolva in problemi più gravi e fastidiosi, come una radicolopatia cervicale, cioè la compressione della radice di un nervo, o la mielopatia cervicale, se è il midollo spinale ad essere leso dalla compressione ossea.
È bene inoltre ricordare che fare sport è uno dei migliori metodi di prevenzione per ogni disturbo osseo e muscolare e non c’è limite di età per potersi dedicare a mezz’ora di jogging al giornoo al walking; l’importante è che, se una patologia è già in corso, si chieda all’ortopedico quale sia lo sport consigliato e quale sia invece meglio evitare per non rischiare di peggiorare un problema ancora limitato.