Le ossa delle articolazioni sono continuamente sottoposte a uno stress meccanico non indifferente; anche il semplice sfregamento tra ossa, tendini e cute può provocare infiammazioni con conseguenti dolori e difficoltà motorie. Proprio per questo i punti di maggiore attrito sono protetti da alcune strutture chiamate borse, che, come dei cuscinetti entro cui scorre del liquido, fungono da protezione.
Quali sono i sintomi della borsite del ginocchio, chi ne soffre e perché?
La borsite del ginocchio interessa, nella maggiorparte dei casi, la borsa sierosa detta pre-patellare in quanto è situata appena al di sopra della rotula ed anteriormente ad essa. Si trova quindi ad essere sottoposta a uno sforzo particolare proprio quando viene assunta una posizione “in ginocchio”, comune tra falegnami che svolgono alcuni tipi di lavoro, casalinghe che lavano i pavimenti a mano o giardinieri, ma soffrono di borsite anche gli sportivi particolarmente predisposti a forti traumi da contatto al ginocchio comerugbysti, calciatori, lottatori o coloro che praticano ginnastica artistica.
Quando i microtraumi dovuti ai frequenti inginocchiamenti su superfici dure diventano troppo ricorrenti o quando traumi importanti causano la fuoriuscita di sangue che penetra nella borsa si può instaurare uno stato infiammatorio doloroso che si manifesta congonfiore dovuto all’aumento del liquido sieroso, calore e arrossamento della zona interessata. In alcuni casi la borsite può essere causata anche da alcuni germi stafilococchi e in questo caso si parla di borsite settica.
Una semplice visita medica con valutazione del rigonfiamento e del dolore che limita la funzionalità dell’articolazione permette una diagnosi certa di borsite, ma in alcuni casi lo specialista può richiedere l’analisi del liquido sieroso per verificare la presenza o meno di batteri o altri agenti patogeni.
Esistono anche altre borse nell’articolazione del ginocchio che possono andare incontro ad infiammazione generando un’eventualeborsite infra-rotulea, borsite della zampa d’oca o borsite poplitea (detta cisti di Baker), ma il loro decorso è del tutto simile a quello della più comune borsite pre-patellare.
Come viene trattato il ginocchio della lavandaia?
Nel momento di maggiore acuità del disturbo, la prima cosa da fare è applicare del ghiaccio per raffreddare la zona; questo va tenuto sul ginocchio per circa 20 minuti e almeno 3-4 volte al dì per almeno 2-3 giorni e deve essere accompagnato da assoluto riposo dell’articolazione. In seguito alle applicazioni di ghiaccio è consigliabile comprimere il ginocchio con dei bendaggi appositiper facilitare il riassorbimento dei liquidi.
Non sempre questo metodo, detto R.I.C.E. (Rest, Ice, Compression, Elevation) è sufficiente. Se dopo una settimana il dolore persiste e permane anche il gonfiore, si è in presenza probabilmente di una cronicizzazione della borsite e diventa necessario applicare terapie più decise per accelerarne la guarigione.
Il primo tentativo è quello di aspirare il liquido in eccesso iniettando contemporaneamente del cortisone ad azione sfiammante ed antidolorifica, questo potrà poi essere nuovamente somministrato in altre sedute successive.
In base al tipo di problema e alla condizione fisica del paziente, il medico può consigliare anche sedute di kinesiterapia, sotto il controllo di un fisioterapista e laserterapia.
Solo nel caso di borsite settica tutto questo è accompagnato dalla somministrazione, solitamente per via orale, di antibiotici in grado di sconfiggere il batterio responsabile dell’infiammazione.
Molto raramente è necessario ricorrere alla chirurgia, quando l’infezione batterica non accenna a diminuire o la cronicizzazione non è più recuperabile.
In questo caso un’operazione, quasi sempre in anestesia locale, provvede a rimuovere totalmente la borsa lesa mediante un’incisione sul ginocchio. Il paziente deve attendere almeno il giorno seguente all’intervento per tornare a casa così da permettere alle eventuali sostanze infette di fuoriuscire attraverso un drenaggio, un sottile tubicino di gomma morbida con un’estremità lasciata appositamente all’interno della ferita.
Dopo l’operazione, un periodo di riposo, eventuali analgesici ed una fisioterapia accurata tesa a non indebolire la muscolatura della gamba, riporteranno la funzionalità dell’articolazione ai livelli di normalità, così che il paziente possa nuovamente dedicarsi alle proprie attività, magari cercando di prevenire altre eventuali infiammazioni con l’utilizzo di materassini morbidi sotto le articolazioni quando è necessario inginocchiarsi a terra o di ginocchiere apposite durante la pratica dello sport.