Il gomito è l’articolazione che collega il segmento del braccio, l’omero, con i due segmenti dell’avambraccio, il radio e l’ulna. Esso è costituito da tre giunzioni articolari, aventi una capsula articolare comune: l’articolazione omero-ulnare, l’articolazione omero-radiale e l’articolazione radio-ulnare prossimale. La prima permette i movimenti di flessione e di estensione del gomito, mentre le altre due consentono, attraverso la rotazione dell’avambraccio attorno al suo asse longitudinale, i movimenti di pronazione e supinazione. L’articolazione del gomito viene rinforzata e stabilizzata da un complesso sistema di legamenti e di muscoli. La maggior parte dei movimenti dell’arto superiore è data dall’azione sinergica tra il gomito e le altre articolazioni. Per questo motivo, in presenza di una lesione del gomito, anche i gesti più semplici risultano compromessi.
Patologie del gomito
Un danno al gomito può verificarsi a seguito di eventi traumatici o in presenza di patologie degenerative o fenomeni infiammatori. Un esempio è dato dalle artropatie del gomito (come l’artrite reumatoide e l’artrosi) e dalle tendinopatie (come l’epicondilite, nota come “gomito del tennista”). Per quanto riguarda le fratture del gomito, le più frequenti sono quelle del capitello radiale, seguite dalle fratture dell’olecrano e della coronoide. Nel caso delle lussazioni di gomito, si parla di instabilità semplice, se la perdita della stabilità del gomito viene imputata esclusivamente a lesioni capsulo-legamentose e di instabilità complessa (frattura-lussazione), se sono presenti anche lesioni ossee.
Riabilitazione del gomito
La fisioterapia svolge un ruolo fondamentale nel processo di riabilitazione post-traumatica e post-chirurgica del gomito. Essa si basa principalmente sull’esercizio rieducativo e la sua funzione è quella di favorire il pieno recupero della funzionalità articolare. La prima fase del percorso fisioterapico mira al ripristino della mobilità e al trattamento della sintomatologia dolorosa, attraverso un programma di manipolazioni passive che prevedono movimenti di flesso-estensione e prono-supinazione. L’esercizio passivo serve ad allenare l’articolazione (senza stancare i muscoli), a contrastare la formazione di aderenze e a stimolare il drenaggio. Una volta ripristinata l’articolarità, il fisioterapista passerà alla fase di recupero della forza e della resistenza del sistema neuromuscolare, mediante esercizi di mobilizzazione, sia passiva che attiva. Questa fase è utile per stimolare il metabolismo cartilagineo, migliorare il ROM (Range Of Motion, rappresenta il grado di escursione dei movimenti articolari), rinforzare la muscolatura, stimolare il circolo sanguigno e riprogrammare il controllo neurologico del movimento. Dopo il recupero dell’attività neuromuscolare, la fase conclusiva della fisioterapia consisterà nella reintegrazione del gomito nel complesso cinetico dell’arto superiore, ripristinando l’interazione gomito-spalla e gomito-polso, mediante contrazioni sinergiche dei muscoli del braccio e dell’avambraccio ed esercizi di neuro-coordinazione. La fisioterapia del gomito si avvale di metodiche molto efficaci, come la crioterapia, la tecarterapia, la TENS terapia, la laserterapia e gli ultrasuoni. La riabilitazione del gomito è un iter molto delicato e complesso, che richiede pazienza e impegno. Solo un fisioterapista qualificato saprà rendere meno difficoltoso questo percorso e guidare il paziente verso una graduale e incoraggiante ripresa delle normali attività quotidiane.