Il coccige comprende un gruppo di vertebre primitive che si trovano in fondo alla colonna vertebrale e che hanno una piccola mobilità di circa 30 gradi dovuta ad alcune articolazioni presenti tra un segmento e l’altro. Questo gruppo di piccole ossa è curvato in avanti e può provocare dolori persistenti se subisce un trauma o si infiamma in modo tale da cambiare la propria curvatura o la propria motilità.
La coccigodinia oltre a colpire coloro che “cadono sul sedere” in modo violento, può essere causata anche da una posizione seduta protratta per troppo tempo o da alcune patologie muscolari come la sindrome del Piriforme o quella del Grande Gluteo.
Come viene diagnosticata la coccigodinia?
La visita da uno specialista e della radiografie possono indurre il medico a confermare la diagnosi di coccigodinia, specialmente se le radiografie, da effettuarsi preferibilmente in posizione seduta, rilevano una sensibile alterazione dell’angolo coccigeo. Queste analisi possono inoltre escludere problemi differenti come delle cisti ossee, da eliminare in modo chirurgico.
A soffrire di più di questo problema sono le donne (almeno 5 volte più degli uomini), per la conformazione anatomica del coccige differente rispetto a quella dell’uomo e naturalmente più predisposta alla patologia, gli anziani e coloro che assumono posture errate per molte ore al giorno, a causa del proprio lavoro o di vizi comportamentali individuali.
Nelle ossa coccigee si inseriscono alcuni muscoli del pavimento pelvico, in particolare il muscolo elevatore dell’ano che è uno dei principali del diaframma pelvicoinsieme ai muscoli ischio-coccigei. Il diaframma contraendosi permette al pavimento pelvico di sollevarsi e consente la funzionalità uro-genitali, fecali e sessuali dell’individuo.
Se anche una piccola parte di questi muscoli rimane contratta in quelli che vengono chiamati trigger point, si possono accentuare delle situazioni dolorose che sfociano nella coccigodinia.
La presenza dei trigger point può essere valutata da uno specialista tramite l’esame manuale dell’area coccigea.
Come trattare la coccigodinia relativamente alle diverse cause?
Accertata la presenza dei trigger point, il fisioterapista deve manualmente “sciogliere” le contratture, assicurando così la restituzione dell’originale elasticità muscolare di tutta l’area. Solitamente bastano poche sedute perché il paziente torni alle normali attività senza accusare dolori di alcun genere.
Il trattamento manuale risolve nella maggior parte dei casi anche il problema di coloro che sono affetti da sindrome del grande gluteo e che accusano dolore nell’atto di alzarsi o sedersi; in questo caso il dolore è provocato dalla contrattura del muscolo del gluteo che provoca l’innalzamento del coccige sviluppando una situazione dolorosa. Manipolare il muscolo può alleviare i dolori, anche se si rende spesso necessaria una successiva rieducazione posturale che impedisca recidive a breve o lungo termine.
Lo stesso tipo di terapia viene applicata nei casi di sindrome del piriforme o di lussazione del coccige, ma è fondamentale che lo specialista che applica il trattamento manuale consideri la condizione di dolore del paziente da un punto di vista globale prediligendo l’utilizzo di una tecnica anorettale diretta o meno in base al caso specifico.
Se il trattamento conservativo non apporta risultati apprezzabili neppure dopo 6 mesi di terapia, viene presa in considerazione l’eventualità di un’operazione chirurgica che prevede l’asportazione della parte finale del coccige, quando è questa la zona particolarmente dolorosa. L’intervento è piuttosto semplice, dura meno di mezz’ora e avviene in anestesia locale.
Il recupero delle funzionalità non è immediato, spesso ci vogliono 6 mesi – 1 anno affinché il paziente torni a una condizione di totale assenza di dolore e può sussistere la possibilità di infiammazione della ferita, che però può essere tranquillamente trattata senza alcun tipo di conseguenza.
In ogni caso, che si ricorra all’intervento chirurgico o meno, liberarsi dei dolori al coccige è possibile, l’importante è rivolgersi sempre a un medico specialista che possa consigliare il trattamento più opportuno per il caso specifico, che nella maggiorparte dei casi consisterà nell’assunzione di antinfiammatori e in un’eventuale seduta di trattamento manuale.
Come per ogni contrattura muscolare non è possibile affermare che la coccigodinia sia una patologia che si può prevenire, ma sicuramente porre attenzione alla propria postura, mantenere la muscolatura elastica con una buona attività fisica e fare attenzione a non cadere seduti sono comportamenti che possono limitare la possibilità di sviluppare fastidiose conseguenze da tenere sotto controllo per periodi anche piuttosto lunghi.