A differenza della fratture di gambe, braccia, gomiti e ginocchia, quella delle costole è un evento più remoto. Molti noi, da bambini, si saranno sicuramente fratturati un braccio (o forse una gamba) durante una sfrenata corsa in bicicletta o cadendo da un muretto, ma la frattura delle costole è un evento davvero più raro a verificarsi.
Come sappiamo, le costole sono le ossa che formano la gabbia toracica. Il loro fine è di proteggere i polmoni ed il cuore, in modo che un trauma di media entità possa essere assorbito dalle costole stesse, evitando di interessare direttamente i delicati organi interni.
Le costole in dettaglio
La costola (o “costa”, in linguaggio medico) è un osso nastriforme, che parte dallo sterno per raggiungere, tramite una curvatura che varia leggermente di grado per ogni osso, due punti di intersezione con la schiena (per la precisione con le vertebre).
Alcune costole, le più robuste, si connettono anteriormente all’osso detto sterno.
Le più esterne invece sono dette “costole mobili”: sono le più delicate e le più soggette a frattura.
Tecnicamente si considerano costole “pure” solo le prime sette, mentre l’ottava, la decima e la nona costola sono chiamate “false” o “spurie”, in quanto esse non si articolano con lo sterno (per questa ragione sono anche dette “asternali”).
I pericoli nascosti delle fratture delle costole
Sebbene le costole siano preposte alla difesa degli organi interni, un colpo abbastanza forte può provocare una loro incrinatura, se non una vera e propria frattura. Le persone più a rischio sono ovviamente gli sportivi che amano attività ad alto impatto fisico quali boxe, tae kwon do, MMA (Mixed Martial Arts). Ognuna di queste persone dà per scontato di poter ricevere, nel corso della sua carriera un pugno, un calcio od una gomitata alle costole, ma non sempre sono in grado di comprendere la pericolosità delle conseguenze: mentre un naso rotto è “soltanto” un naso rotto, una frattura delle coste potrebbe avere delle conseguenze a volte gravissime, persino mortali.
Ma se un adulto può evitare potenziali fratture semplicemente non praticando sport pericolosi, un anziano dovrà prestare attenzione anche a situazioni in apparenza “sicure”. Pensate ad un forte abbraccio: sembra un atto privo di qualsiasi conseguenza negativa, ma per un anziano colpito da osteoporosi può rappresentare un pericolo concreto. Allo stesso modo l’accalcarsi di molte persone (ad esempio allo stadio o ad un concerto) può provocare la compressione delle costole che, se per un adulto è solo una sensazione fastidiosa, per un anziano può essere foriero di incrinature o fratture costali.
Tornando ai praticanti di arti marziali, è giusto che sappiano che una frattura delle prime due costole può guidare una parte dell’osso verso gli organi interni, perforando la milza, il fegato ed in casi estremi persino il cuore. Certo, tali costole sono particolarmente robuste, ma un calcio sferrato ad un avversario a terra (cosa che in alcuni sport estremi è permessa) o una gomitata tirata con particolare forza potrebbe causare questo tipo di infortunio, con conseguenze forse letali.
Nel caso in cui la costola perfori un polmone sono possibili due diversi infortuni: lo pneumotorace (ossia lo svuotamento del polmone) od un emotorace, foriero di shock ipovolemico (uno stato di shock provocato dalla diminuzione della massa sanguigna, causata a sua volta da una emorragia o da una grave perdita di liquidi)
In alcuni casi (ad esempio in seguito ad un grave incidente d’auto o ad una caduta dalla moto in movimento) le fratture possono essere multiple e coinvolgere più di una costola. In questo caso anche se le coste non perforano gli organi interni la respirazione può risultare difficoltosa, in quanto il movimento delle coste fratturate interessa i tronchi artero-venosi mediastinici ed influire sulla circolazione venosa, provocandone una drastica diminuzione.
Come diagnosticare efficacemente una frattura delle costole
Una volta trasportato in ospedale l’infortunato verrà sottoposto ad una radiografia, di solito rivelatrice. Non è però detto che la prima lastra riveli chiaramente l’entità (o addirittura la presenza) della rottura della costa. Nel caso in cui il paziente venga rimandato subito alla propria abitazione ma senta comunque un forte dolore, sarà consigliabile ritornare in ospedale il giorno seguente e richiedere un’ulteriore analisi radiografica.Va poi ricordato che infortuni minori, come le microfratture, non vengono quasi mai identificati ad occhio nudo tramite la lettura della lastra e potranno essere individuati solo tramite una risonanza magnetica, capace di esporre i possibili edemi (accumuli di liquidi) ossei.
La migliore terapia per la frattura delle costole.
Immaginate che un vostro caro sia caduto di fronte a voi, magari dalla bicicletta o semplicemente camminando, ma sbattendo su un terreno particolarmente accidentato. Vi avvicinate per aiutarlo a rialzarsi, ma vi rendete subito conto che deve aver subito un trauma non banale. Una volta compreso che potrebbe trattarsi di una frattura, la prima da cosa da fare sarà di trasportare l’infortunato in un luogo sicuro e di applicare del ghiaccio sulla frattura. Successivamente si potrà portare la persona in ospedale, dove probabilmente verrà applicata una fasciatura, utile per fornire sia sostegno sia protezione alla parte lesa.
Ma supponiamo che a questo punto il paziente non voglia attendere il normale tempo di degenza e, per motivi lavorativi o sportivi, abbia necessariamente bisogno di accelerare la guarigione.
Come assisterlo? L’unico metodo che al momento parrebbe funzionare efficacemente è la magnetoterapia (una terapia alternativa basata sull’azione dei campi magnetici).
Nel caso la frattura provochi forti dolori al paziente anche durante la semplice respirazione, si potranno assumere degli anti infiammatori, ovviamente sempre dietro prescrizione medica.