Nel corso della vostra vita è possibile che siate incappati in una cisti di Baker anche se magari a prima vista non ci avrete fatto molto caso: si tratta di un rigonfiamento che compare nella parte posteriore del ginocchio, più o meno all’altezza del muscolo popliteo (detto “muscolo del podista” perché tende ad essere usato, e a infiammarsi, da coloro che praticano la corsa o la camminata sportiva).
Tecnicamente quando parliamo di cisti di Baker intendiamo una estroflessione della borsa tendinea del muscolo gastrocnemio o del muscolo semimembranoso, la quale compare in forma di bolla nel cavo del muscolo popliteo.
William Morren Baker, lo scopritore della cisti eponima
William Morren Baker era il figlio di un avvocato inglese che studiò medicina a Londra nella seconda metà dell’Ottocento. Esperto di anatomia e fisiologia, divenne anche chirurgo ma dovette rinunciare all’incarico alla fine della sua carriera a causa di una grave forma di atassia, ossia della perdita di coordinazione motoria; rimase comunque nel mondo ospedaliero perché fu eletto direttore dell’ospedale in cui aveva lavorato per molti anni. Baker si interessò con particolare attenzione ai problemi relativi alle ossa e alle articolazioni. La sua esperienza di chirurgo gli permise di comprendere con precisione e profondità le caratteristiche della cisti del popliteo; Baker scrisse estesamente riguardo questo fenomeno e ricevette quindi l’onore di dare il suo nome alla patologia.
Caratteristiche principali e cause della cisti di Baker
Può capitare di essere interessati da una cisti di Baker senza saperlo in quanto essa è spesso asintomatica. In molti casi però la cisti si fa sentire: dolori, gonfiori e fastidiose sensazioni di rigidezza nelle articolazioni sono la norma.
Spesso la cisti di Baker è causata da un accumulo eccessivo del liquido sinoviale non più contenuto dalla borsa poplitea, sua naturale sede.
Così come la quantità media di liquido sinoviale varia da individuo a individuo allo stesso modo varierà la dimensione della cisti, che può essere lunga pochi millimetri ma arrivare anche a 3 o 4 centimetri. Una piccola consolazione: è raro che essa compaia contemporaneamente in entrambe le ginocchia perciò se soffrite per una cisti al ginocchio destro potrete stare abbastanza tranquilli di non dovervi preoccuparvi anche di una patologia “sorella” nella gamba sinistra.
Le persone più colpite dalla cisti sono di solito gli adulti fra i 40 e i 70 anni di età. Non è un caso, poiché è proprio in questa età “di mezzo” che si presentano la maggior parte dei disturbi delle ginocchia.
Sebbene le cause della cisti siano numerose, quelle fondamentali sono essenzialmente due:
1) Cause idiopatiche (cisti di Baker primaria)
2) Conseguenza di altre patologie articolari (cisti di Baker secondaria)
La cisti di Baker primaria purtroppo può colpire non solo gli adulti ma anche i bambini in tenera età (dai 4 ai 7-8 anni). Quando il liquido sinoviale si muove in modo anomalo dall’articolazione che irrora fino alla borsa poplitea può comparire questo fastidioso rigonfiamento.
Uno dei problemi di questa patologia è che essa attacca le ginocchia in momenti critici, ovvero quelli in cui il corpo è già stato colpito da altre malattie, fra cui ricordiamo:
· L’osteocondrosi dissecante
· La classica gotta
· Le lesioni dei menischi e dei legamenti
· La osteoartrite
· La temibile artrite reumatoide
· L’artrite psoriasica e settica
L’anamnesi della cisti di Baker è abbastanza varia e comprende 5 classici sintomi:
· Il primo e più evidente è la comparsa di un nodulo nella zona situata dietro il ginocchio
· A ciò si associa in molti casi un gonfiore diffuso, facilmente visibile ad occhio nudo
· Insieme al gonfiore compare spesso un dolore che nasce dal polpaccio e si diffonde a volte a tutta la gamba del paziente
· Si riscontra in diversi casi un rumore decisamente inquietante: una sorta di “click”, di scricchiolio che si può sentire distintamente quando si muove il ginocchio sia praticando sport sia semplicemente salendo un piano di scale
· Rigidità dell’articolazione del ginocchio, che ovviamente viene ostacolata dalla presenza della massa della cisti
Come abbiamo detto, esistono dei casi in cui la cisti di Baker è completamente asintomatica: essa viene individuata in modo fortuito tramite esami come la risonanza magnetica. A quel punto sarà il medico curante a decidere se affrontare immediatamente la patologia o attendere che essa faccia, eventualmente, sentire la sua presenza con dei sintomi dolorosi.
Complicanze della cisti di Baker
In alcuni casi la cisti può causare dei danni notevoli che non si limitano alle semplici sensazioni dolorosi ma a vere e proprie compromissioni nell’architettura del ginocchio. Una delle complicazioni più comuni compare quando la cisti causa la rottura della membrana sinoviale e provoca così l’uscita del liquido omonimo. Il liquido occupa il muscolo del polpaccio detto gastrocnemio, provocando la comparsa di una curiosa protuberanza che spesso causa un fastidioso prurito.
Importante: in alcuni casi la rottura della cisti può essere confusa con una trombosi venosa profonda. Chiaramente è indispensabile che tale errore sia evitato: potete facilmente immaginare cosa succederebbe se una patologia gravi come la trombosi venisse trattata in modo blando (o completamente inefficace) perché è stata affrontata come se si trattasse di un semplice accumulo di liquidi sinoviali.
La migliore diagnosi per la cisti di Baker
Molto spesso la cisti viene riconosciuta facilmente ad occhio nudo: la tumefazione causata dal liquido sinoviale è infatti molto evidente. In alcuni casi però essa potrebbe non essere visibile ad una semplice occhiata. In tal caso si potranno utilizzare delle tecnologie diagnostiche che comprendono le classiche risonanze magnetiche nucleari e le ecografie. Queste ultime sono fondamentali per controllare se la massa che si intravvede nel ginocchio è davvero una cisti oppure altro, ad esempio una tumefazione di diversa natura, magari proprio una temibile trombosi.
La risonanza magnetica nucleare è forse ancor più importante perché permette di escludere che la massa sia del tipo peggiore, ovvero del tipo tumorale.
Va sempre ricordato che la cisti di Baker tende ad essere confusa con molte altre patologie; ciò può essere decisamente pericoloso in quanto il tempo che si perde nel curare la patologia sbagliata causa spesso dei ritardi gravi nella risoluzione di patologie che assomigliano alla cisti di Baker ma non lo sono (e che sono molto più pericolose di una banale cisti), vediamone alcune:
· La trombosi venosa profonda (abbiamo già parlato di questa malattia, molto pericolosa e purtroppo molto facile da scambiare per una cisti)
· L’emangioma
· Le neoplasie benigne dei tessuti molli (nervi, in particolare)
· Le gravi neoplasie maligne quali i liposarcomi (che colpiscono le persone adulte) e i lipoblastomi (che purtroppo attaccano i bambini), il sarcoma di Kaposi.
· Cisti meniscali e gangliari
· Le lesioni del muscolo gastrocnemio del polpaccio
Come curare al meglio la cisti di Baker
Potrà sembrare strano ma la cisti di Baker non deve necessariamente essere curata, soprattutto se non provoca dei disturbi. Come abbiamo detto in precedenza non è raro che la patologia sia asintomatica e che si riassorba in modo naturale. Fortunatamente la cisti si riassorbe soprattutto nei bambini e nei giovani, due categorie di persone particolarmente sensibili all’aspetto del proprio corpo (soprattutto gli adolescenti).
Se però le persone colpite dalla cisti soffrono anche di artriti o patologie simili si preferisce intervenire direttamente seguendo tre direttrici di cura:
· Controllare e limitare i possibili danni alle articolazioni delle ginocchia, che spesso provocano (anche se in modo indiretto), la cisti
· Rendere meno intensi i sintomi della cisti fino ad arrivare (quando possibile) a eliminarli completamente
· Nel caso in cui essa sia particolarmente dolorosa e di dimensioni importanti, risolvere alla radice il problema tramite un intervento chirurgico
Il primo intervento di controllo della cisti avviene tramite una serie di iniezioni di corticosteroidi che renderanno l’infiammazione meno importante, a ciò seguirà la necessaria eliminazione del liquido sinoviale tramite un’aspirazione con iniezione.
Esistono poi dei trattamenti che potremmo definire “di primo intervento”, in quanto non necessitano né di cure particolari né di personale specializzato per applicarle. Essi sono:
· L’uso delle stampelle: lo scopo è di ridurre il peso sull’arto ed evitare così la formazione di liquido sinoviale nel ginocchio
· L’uso di fasciature compressive: riescono a ridurre il gonfiore ed a proteggere la cisti da una eventuale rottura
· Assunzione di farmaci FANS (anti infiammatori non steroidei): diminuiscono l’infiammazione e con essa i relativi dolori, che in alcuni casi possono anche scomparire completamente
· Applicazione di ghiaccio o sostanze similari: riduce efficacemente sia il dolore che il gonfiore dell’arto
Nel caso in cui la ciste sia particolarmente aggressiva sarà necessario il già citato intervento chirurgico, che può essere effettuato in due modi differenti:
· Artroscopia: è il metodo meno invasivo, si basa sulla rimozione del liquido sinoviale nella cisti
· Recisione della cisti: è un metodo più complesso e radicale e viene normalmente utilizzato solo nel caso in cui l’artroscopia non abbia prodotto i risultati attesi