Le fratture del piatto tibiale riguardano gravi lesioni articolari che possono avere gravi conseguenze, anche invalidanti. Negli ultimi anni le fratture del piatto tibiale sono progressivamente aumentate man mano che è aumentato il numero di incidenti stradali, soprattutto con le moto. La fisioterapia per la frattura del piatto tibiale cambia a seconda della gravità del caso: se la frattura è composta si può ricorrere semplicemente all’immobilizzazione con un tutore; nel caso invece di una frattura con lesioni articolari sarà necessario un intervento di osteosintesi che consente la riduzione della frattura con l’applicazione di placche o viti.
Fisioterapia per frattura del piatto tibiale
Dopo aver tolto il tutore è indispensabile iniziare la terapia riabilitativa, che consiste in opportuni esercizi di fisioterapia manuali effettuati da un bravo terapista, per passare subito dopo ad esercizi con particolari apparecchi di auto-mobilizzazione passiva da praticare anche a domicilio.
E’ consigliabile, dopo la rimozione del tutore, praticare attività di recupero in scarico per un periodo di almeno 60 giorni, per dare modo all’arto operato di effettuare il normale periodo di convalescenza. Sarà poi la radiografia a decidere la guarigione dell’arto e a permettere la successiva terapia di riabilitazione.
Fisioterapia di qualità per un recupero efficace
Per ottenere risultati migliori e recupero in tempi più brevi è necessario trattare la frattura con una fisioterapia adeguata e di qualità, praticata da terapisti abili che trattano l’arto manualmente con sedute dapprima quotidiane, fino a ridurle successivamente a tre o due a settimana. Quando il paziente avrà recuperato l’autonomia nella vita quotidiana e sarà in grado di controllare la deambulazione, potrà passare ad esercizi di rieducazione del sistema motorio del cammino, da svolgere anche sul tapis roulant o su una cyclette.