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Cosa significa Emiplegia destra?

È la paralisi del lato destro del corpo spesso accompagnata anche da ipertono muscolare (emiplegia spastica), le cause sono da ricercarsi nelle lesioni cerebrali dovute da malattie cerebrovascolari (ictus cerebrale da ischemia o da un’emorragia) o di origine traumatiche. Una lesione dell’emisfero sinistro del cervello può provocare un’emiplegia della metà opposta del corpo, il lato destro, perchè il controllo motorio tra cervello e corpo è perlopiù incrociato. Tra i due emisferi è il sinistro sede di numerose funzioni del linguaggio per questo oltre alla paralisi di un’emiplegia è possibile riscontrare nel paziente anche il deficit o la perdita della parola (afasia). Una lesione cerebrale può essere causa oltre che della paralisi di una metà del corpo, anche di disturbi della percezione e cognitivi per questo il paziente per il recupero ha bisogno di sottoporsi a un trattamento di riabilitazione mirato.

Differenze tra un’emiplegia destra e un’emiplegia sinistra?

Gli emisferi cerebrali del nostro cervello partecipano in maniera distinta alle attività cognitive che caratterizzano il nostro comportamento, per questo una lesione a quello sinistro genera una serie di deficit cognitivi differenti rispetto a una lesione dell’emisfero destro. In un altro articolo abbiamo approfondito i fattori principali correlati a un’emiplegia sinistra (leggi qui), ma in questa sede possiamo riassumere con la sindrome anosognosica (mancata consapevolezza della patologia) e quella del neglect (perdita di attenzione verso le informazioni provenienti dalla metà sinistra dello spazio e del corpo). L’emiplegia, con i suoi deficit del movimento, è invece l’elemento in comune tra l’emiplegia destra e l’emiplegia sinistra, anche se un occhio clinico esperto è in grado di osservare differenze anche nel tipo di movimento, specialmente durante l’osservazione del sistema funzionale della deambulazione e dei movimento spontaneo. Alcune tra le caratteristiche principali che è possibile riscontrare nel paziente con un’emiplegia destra sono Afasia (disturbo del linguaggio) e Aprassia (disturbo della pianificazione ed esecuzione del movimento volontario).

Afasia nel paziente con un’emiplegia destra

Ci sono diversi tipi di afasia che il paziente con emiplegia può soffrire in seguito a un ictus che colpisca l’emisfero sinistro del cervello, a seconda dell’esatta sede di lesione. Possiamo distinguere due tipi di disturbi linguistici, quello legato a una lesione anteriore, definita anche Afasia di Broca o motoria e una posteriore, definita anche di Wernicke o sensitiva. Nella prima, quella motoria, il paziente presenta deficit nella produzione verbale mentre la comprensione potrebbe risultare risparmiata al contrario dell’afasia di sensitiva dove il paziente potrebbe essere in grado di produrre un’eloquio fluente, ma spesso privo di significato proprio a causa delle possibili difficoltà di comprensione. Purtroppo proprio a causa delle difficoltò del paziente di comunicare rende molto complesso eseguire gli esercizi, tuttavia esiste la possibilità per coinvolgere il paziente emiplegico destro in attività terapeutiche in grado di incidere sui suoi processi cognitivi anche in caso di problemi afasici. In questo caso particolare sarà necessario utilizzare delle immagini che il soggetto dovrà indicare per permettere la comunicazione con il terapista, di seguito riportiamo un esempio di esercizio del metodo Perfetti dove si può vedere come viene utilizzato l’ elemento comunicativo.

Aprassia e L’emiplegia

Per introdurre il tema dell’aprassia invitiamo il lettore a visionare questo video dove viene mostrato un test (De Renzi) dove al paziente viene chiesto di riprodurre con il suo arto superiore il sinistro, quello che si suppone sia l’arto sano, dei gesti e dei segni prodotti dal terapista. Come è possibile osservare dal video i problemi della motilità all’arto superiore e alla mano della paziente non sono causati da alterazioni della muscolatura, ma da una difficoltà di seguire con attenzione le caratteristiche del movimento per poi riprodurle. Gli errori nelle risposte della paziente dipendono dal danno cerebrale e non da un problema muscolare, tanto che i difetti si vedono nella parte opposta al destro, ovvero quella non affetta da paralisi. Si tratta di un fenomeno visibile specialmente durante il movimento volontario del paziente emiplegico a differenza del movimento spontaneo che spesso potrebbe presentarsi senza alterazioni della funzione.

Il test non ha l’obiettivo di produrre una diagnosi di aprassia o di studiarne le cause, ma quello di orientare il trattamento riabilitativo in quanto dagli errori commessi dalle risposte motorie del paziente è possibile individuare alcuni contenuti importanti da introdurre negli esercizi, ad esempio la signora spesso sbagliava la relazione e il rapporto tra diversi segmenti del corpo, confondeva i piani dello spazio e falliva le direzioni del movimento, tutte abilità che sono necessarie per la realizzazione del movimento corretto, sia nella funzione cammino che nel sistema funzionale di presa e manipolazione degli oggetti.

Quali sono i sintomi di un’emiplegia destra?

È più corretto parlare dei sintomi di un ictus che dei sintomi di un’emiplegia, perchè l’emiplegia è già di per se una conseguenza la cui causa è da ricercarsi nel danno cerebrale. Tra i sintomi di un ictus in corso ci può essere senz’altro la paralisi di uno dei lati del corpo, la perdita di sensibilità o forza a uno degli arti e la difficoltà nel parlare. Conoscere i sintomi di un ictus è importante per poter avvisare quanto prima i soccorsi ed informare l’equipe medica in modo che il paziente possa essere tempestivamente accolto in una stroke unit, il reparto di medicina specializzata per la cura d’emergenza dell’ictus causato da un’ischemia o da un’emorragia. Riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente incide notevolmente anche sulla possibile sopravvivenza e sul ridurre gli effetti della lesione sul sistema nervoso e quindi la gravità dell’ emiplegia.

Quali sono le conseguenze di un’emiplegia destra?

Come abbiamo discusso nei paragrafi precedenti un’emiplegia destra è di per sé già una conseguenza di un danno a livello cerebrale causato da malattie cerebrovascolari tipo ictus, un trauma cranico o da intervento chirurgico (ci sono casi in cui anche lesioni spinali e dei nervi periferici possono produrre un quadro clinico riconducibile a un’emiplegia. L’emiplegia è il quadro clinico che consiste in paralisi di alcuni gruppi muscolari e irrigidimento di altri. La differenza tra un’emiplegia e l’emiparesi risiede solo nella gravità; più accentuata nella prima (emiplegia) e meno evidente nella seconda (l’emiparesi), anche se nelle pagine di questo sito entrambi i termini verranno utilizzati come sinonimi. L’irrigidimento dei muscoli viene attribuito al fenomeno della spasticità, pertanto, anche se non è possibile generalizzare ed ogni paziente emiplegico è un universo a sé, possiamo delineare comunque le caratteristiche principali di un’emiplegia destra che potrebbe presentarsi con movimenti poveri e rigidi al lato destro del corpo, con possibili disturbi della parola e con alterazioni del movimento volontario anche durante il movimento del lato sinistro del corpo.

Nell’inquadramento del soggetto con un’emiplegia destra, Insieme a queste conseguenze evidenti, ci sono anche le alterazioni cognitive da considerare come quelle relative all’attenzione, alla percezione, alla memoria e alla capacità di programmare mentalmente l’azione. Siamo consapevoli che parlare di processi cognitivi spesso confonde il paziente e il familiare perchè dal loro punto di vista il problema è ai muscoli della metà destra del corpo e che il paziente è la stessa persona di prima, con la stessa intelligenza e la cui unica difficoltà è motoria. I processi cognitivi di cui parliamo non hanno attinenza con l’intelligenza o la personalità del paziente, sono quelle funzioni che partecipano al movimento: l’attenzione è riferita al corpo, la memoria non è quella che serve per ricordare i compleanni di famiglia bensì quella necessaria per ricordare le sensazioni del movimento e la percezione anche è da ritenersi un processo cognitivo perchè sentire non è un atto passivo. L’ictus cerebrale provoca un danno all’encefalo e non direttamente ai muscoli, pertanto saper identificare oltre alla paralisi, anche le alterazioni cognitive che stanno alla base della perdita funzionale permette di orientare la cura e la riabilitazione in modo più completo.

Come curare un’emiplegia destra?

L’emiplegia trova nella riabilitazione il suo percorso di cura, infatti fin dai primi giorni del ricovero il paziente emiplegico viene inserito in un programma riabilitativo che lo vedrà impegnato in un lungo percorso terapeutico. Nel caso di una paralisi del lato destro come già anticipato è possibile riscontrare anche problemi di linguaggio che richiederanno anche l’intervento da parte della figura del logopedista. Partendo dalle considerazioni precedenti in merito all’importanza dei processi cognitivi, parleremo della riabilitazione in grado di considerarli all’interno del processo di cura ovvero la riabilitazione neurocognitiva, conosciuta anche come metodo Perfetti dal nome del medico italiano che l’ha ideata a partire dalla fine degli anni ’60. In quel periodo la cura del paziente post ictus avveniva esclusivamente tramite metodiche rivolte alle attività riflesse del sistema nervoso (Vojta, Kabat, Bobath); tecniche definite neuromotorie, tuttavia le discipline legate al campo della medicina come la neurofisiologia, la psicologia e la neurologia stavano vivendo dei profondi mutamenti in quanto i progressi della ricerca permettevano di chiarire molti aspetti relativi ai processi cognitivi che prima non era stato possibile approfondire. In questo contesto storico-scientifico il medico toscano Carlo Perfetti, specializzato in medicina clinica delle malattie nervose, iniziava a interessarsi di riabilitazione del paziente con danno cerebrale e con emiplegia partendo dal problema del recupero della mano che fino a quel momento non era stato considerato in modo sodisfacente. Le prime osservazioni di Perfetti che lo hanno portato a dare vita alla teoria neurocognitiva della riabilitazione riguardavano il controllo della spasticità proprio della mano quando il paziente con emiplegia era sottoposto a un esercizio dove doveva percepire e usare l’attenzione proprio nei confronti della mano. Da quelle prime esperienze del medico italiano sono passati molti anni durante i quali gli esercizi proposti all’interno dell’approccio neurocognitivo hanno subito notevoli modificazioni in accordo con il progresso continuo delle neuroscienze e con il continuo lavoro clinico in palestra con il paziente da parte di molti riabilitatori. Di seguito un video di un esempio di esercizio che ha il semplice scopo di offrire un’idea di un possibile esercizio spiegato in modo che possa anche essere riprodotto in casa con il paziente che in seguito a ictus soffre di emiplegia al lato destro.

Per vedere altri esempi di esercizi è possibile scaricare questa mini guida gratuita in formato ebook dove sono presenti quattro esempi di esercizi della riabilitazione neurocognitiva secondo Perfetti sia per l’arto superiore che per quello inferiore spiegati anche per poter essere realizzati con una persona con afasia e mostrati in video. Scarica gratuitamente e leggi l’ebook.

Approfondimenti

L’emiplegia e le cause dei disturbi che osserviamo nei pazienti richiedono ulteriori approfondimenti, di seguito è possibile trovare alcune risorse che potrebbero tornare utili per comprendere meglio il tema della riabilitazione dell’ictus cerebrale e della cura in caso di emiplegia.

InteraMente

Alla scoperta del cervello nel recupero post ictus. Il libro scritto da Valerio Sarmati sulla riabilitazione del paziente che in seguito a un danno cerebrale si trova a fare i conti con l’emiplegia. Il libro è stato scritto appositamente per pazienti, familiari e professionisti che in un modo o nell’altro hanno a che fare con il mondo dell’ictus e della riabilitazione. Acquista e leggi il Libro.

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Per un ricevere un consulto con il Dott Valerio Sarmati dove è possibile valutare il livello di recupero ottenuto, identificare i possibili margini di miglioramento e ottenere indicazioni sulle attività riabilitative più adatte in caso di emiplegia, è possibile prenotarlo da questo link. Prenotare una visita.

Programma di riabilitazione ResilientS

Qui è possibile trovare maggiori informazioni e iscriversi al programma di riabilitazione ResilientS diretto da Valerio Sarmati, dove è possibile organizzare in casa il proprio centro di riabilitazione neurocognitiva. Iscrivendosi al programma di riabilitazione il paziente che sta già eseguendo il trattamento con il proprio fisioterapista può ricevere un programma personalizzato di esercizi e ricevere assistenza nello svolgimento delle sedute grazie all’utilizzo di tutti i mezzi messi a disposizione dai più efficaci strumenti di telecomunicazione. Il programma è caratterizzato anche dal diretto coinvolgimento del familiare che deve poter partecipare al recupero del paziente. Il programma è accessibile solo a pazienti adulti che hanno subito un danno cerebrale da ictus, trauma cranico o esito di intervento chirurgico e combattono con l’emiplegia. Leggi di più sul programma.

Autore

Dott Valerio Sarmati laureato in Fisioterapia e Professioni Sanitarie della Riabilitazione specializzato in Riabilitazione Neurocognitiva del paziente post ictus cerebrale, docente di riabilitazione neurotraumatologica presso il corso di laurea per fisioterapisti, e di Riabilitazione neurocognitiva al master di neuroriabilitazione dell’università Roma.