Il polso è quell’apparato osseo che unisce l’avambraccio alla mano. Si tratta di un complesso articolare composto da molte ossa: per la precisione sono 8 ossa sottili, che sono distribuite su due file parallele di 4 (il loro nome complessivo è “carpo”). Il carpo si trova nel mezzo fra il metacarpo (che compone le ossa della mano) e il radio (un osso dell’avambraccio).
Ad unire e a permettere il movimento di queste strutture ossee sono numerosi legamenti. Uno dei più noti è il legamento carpale trasverso e quello dorsale. Spesso questi legamenti sono interessati da patologie come il tunnel carpale (di cui abbiamo parlato in questo articolo)
Il polso è un’articolazione straordinariamente mobile ma al tempo stesso straordinariamente delicata, è quindi normale che possa essere interessato da vari dolori; essi possono colpire:
• i tendini
• i legamenti
• le ossa
Quali sono le cause del dolore al polso? Sicuramente sono numerosissime e ciò crea parecchi problemi nel momento in cui si vuole identificare con esattezza la patologia che sta causando quei cocenti dolori che ci impediscono di lavorare o fare sport al nostro normale livello. Fra le cause del dolore al polso ricordiamo le più importanti:
• compressioni dei nervi
• artriti
• infiammazioni dei tendini
• rotture dei tendini
• fratture delle ossa
Ovviamente per trovare la terapia perfetta per il vostro dolore bisognerà affidarsi ad una diagnosi, che può essere di vario tipo:
• tramite esami ai raggi X
• tramite artroscopia
• tramite risonanza magnetica
.
Possiamo suddividere le cause del dolore al polso in due macrocategorie:
• i traumi
• le patologie croniche
Fra i traumi ricordiamo le distorsioni e le fratture, fra le patologie croniche invece la famosa sindrome del tunnel carpale e i vari tipi di artrite (artrite reumatoide, l’osteoartrite, la fibromialgia…)
Un classico trauma del polso è dato dalle fratture o distorsioni che compaiono quando si impatta duramente sul terreno, ad esempio a causa della classica caduta. Nello sport non si insiste mai abbastanza sull’importanza del cadere bene. A parte sport come il Judo e l’Aikido, nella stragrande maggioranza degli sport di contatto (rugby, pallacanestro, calcio) la caduta è vista come un inconveniente secondario rispetto a quello causato dall’impatto con l’avversario. Paradossalmente è proprio la caduta ad essere più pericolosa per lo sportivo in quanto mentre il corpo è formato soprattutto da tessuto molle e quindi flessibile, facilmente impattabile, il terreno è duro! Bisognerebbe quindi allenarsi a cadere bene e soprattutto a superare l’istinto di frenare la caduta con la mano. Nella maggior parte dei casi infatti risulta molto più utile non bloccare la caduta col polso (che si troverebbe a dover sopportare buona parte del peso corporeo nel giro di mezzo secondo) bensì di accompagnare la caduta rotolando, senza opporsi ad essa, e scaricando quindi il peso del corpo sul terreno di gioco. Tale comportamento è purtroppo tutt’altro che istintivo e lo si può ottenere solo dopo lunghi ed assidui allenamenti.
Fra le fratture da caduta ricordiamo una classica: quella dell’osso scafoide (chiamato anche osso navicolare del carpo), un osso appunto a forma di scafo navale che si trova alla base del pollice.
Ma anche la ripetizione ossessiva di alcuni movimenti, per quanto eseguiti in modo corretto, può portare alla frattura del polso. In questo caso si parla di fratture da stress e fortunatamente possono essere “prese per tempo” evitando un allenamento eccessivo (detto “superallenamento”) e eseguendo degli esercizi utili per migliorare la mobilità articolare.
Passiamo alle artriti: come abbiamo scritto esse sono di vario tipo ma quelle che interessano il polso sono essenzialmente due:
• l’artrosi o osteoartrite
• l’artrite reumatoide
L’artrosi provoca la lacerazioni di varie cartilagini delle articolazioni. Normalmente essa non colpisce il polso ma può comparire in seguito ad un trauma avvenuto tempo prima, magari proprio per un incidente sportivo. In questo caso è soprattutto l’area del pollice ad essere interessata dalla sofferenza.
L’artrite reumatoide è una malattia particolarmente grave in quanto è di tipo autoimmune. Ciò che avviene quindi è che il sistema immunitario rileva le articolazioni come se fossero delle strutture estranee, quasi degli agenti patogeni e le attacca, provocando la loro degenerazione. Purtroppo il polso è uno dei punti in cui l’artrite reumatoide si sviluppa con più frequenza, con tutte le conseguenze del caso.
A queste patologie si aggiungono poi la già citata sindrome del tunnel carpale e una fastidiosa ciste: la ciste gangliare del polso. Le cisti non sono particolarmente gravi in sé e per sé (alla fine si tratta solo di sacche piene di liquido simile a quello che lubrifica le articolazioni) ma se posizionate nella zona del polso possono provocare dei fastidiosi dolori. La ciste può comunque essere eliminata con una semplice operazione di chirurgia in day hospital.
Esiste un’altra patologia, decisamente più grave, che a volte colpisce il polso: la sindrome di Kienbock, che prende il nome dal radiologo austriaco Robert Kienbock che la scoprì nella prima metà del Novecento. Tale sindrome causa pericolosi necrosi avascolari, da cui consegue l’assenza di rifornimento sanguigno e la rottura in frammenti di un osso del carpo, quello semilunare.
I CAMPANELLI D’ALLARME DEL DOLORE AL POLSO
Come capire se il dolore che stiamo sentendo al nostro polso (o a entrambi i polsi) è solo un fastidio passeggero o il campanello d’allarme di qualcosa di più grave? Iniziamo col dire che ogni patologia del polso ha una sua precisa sintomatologia. Prendiamo l’osteoartrosi: essa si manifesta con un dolore continuo non dissimile dal dolore ai denti. Ben più intenso, quasi insopportabile, è il dolore dei tendini infiammati (al punto tale che è quasi indispensabile assumere un analgesico per sopportarli). Se invece avvertite dei formicolii fastidiosi, è probabile che siate stati colpiti dalla classiche sindrome del tunnel carpiale (che, va sottolineato, non attacca solo gli sportivi ma anche coloro che si dedicano con troppa assiduità allo sport… dei giochi del computer! O che comunque utilizzano per molte ore il mouse per ragioni di lavoro).
L’ESAME PER I DOLORI AL POLSO
Come abbiamo scritto, la scienza medica possiede numerosi strumenti per individuare le cause dei fastidiosi dolori al polso: artroscopia, elettromiografia e elettroneurografia sono i principali metodi per trovare le origini del malessere delle articolazioni.
• L’artroscopia si basa su un minimo intervento di chirurgia, leggerissimamente invasivo:
si pratica una piccola incisione nel polso del paziente e si inserisce l’artroscopio, lo strumento che riesce sia a vedere la patologia sia a curarla con rapidità e precisione.
• L’elettromiografia analizza l’attività muscolare nell’arto da curare tramite un elettrodo ad ago che, inserito nel muscolo, ne registra le potenzialità
• L’elettroneurografia va invece ad analizzare i nervi motori e controlla che i segnali siano trasmessi al loro interno con precisione. Per farlo utilizza una particolare stimolazione elettrica, registrata in superficie.
Il medico può anche effettuare il cosiddetto esame obiettivo, con il quale richiede al paziente di raccontare il tipo di dolore avvertito e di indicare il punto esatto dove tale dolore viene avvertito. Successivamente viene effettuata una semplice ma efficace analisi oculare per rilevare gonfiori o arrossamenti rilevatori. L’esame obiettivo si conclude con una pressione diretta sull’arto per controllarne forza e resistenza.
LE MIGLIORI TERAPIE PER IL DOLORE AL POLSO
In realtà non esiste una terapia migliore di un altra ma solo una terapia più adatta di un altra a risolvere il caso specifico, sulla base del tipo di patologia e della sua intensità.
Le principali terapie per il dolore sono, in ordine di invasività:
• il totale riposo dell’arto
• l’applicazione di ghiaccio sull’arto leso
• l’assunzione di farmaci antidolorifici
• l’assunzione di farmaci antinfiammatori
• l’ingessatura
• l’intervento chirurgico (quasi sempre in day hospital)
Il riposo, sicuramente la cura più blanda, è comunque quella fondamentale per qualsiasi tipo di patologia del polso in quanto è comunque necessario che l’articolazione sofferente abbia tempo a sufficienza per riprendersi e tornare alla perfetta operatività.
Lo stesso ragionamento si applica agli impacchi di ghiaccio, utili in ogni circostanza per lo straordinario potere analgesico del freddo (crioterapia) e per gli effetti antiedemigeni che limitano quindi il gonfiore della parte lesa.
I farmaci antidolorifici e antinfiammatori vanno invece assunti con una certa attenzione, soprattutto in caso di allergie o difficoltà di altro genere. Bisogna anche considerare i potenziali effetti collaterali che solo un medico potrà prevedere in modo accurato. Va da sé che, a differenza del ghiaccio e del riposo, la cura coi farmaci può essere effettuata solo dietro prescrizione medica.
Assolutamente da evitare quindi un’assunzione “fai da te” chiedendo magari in prestito un analgesico ad un amico che ha avuto in passato problemi simili al polso: ogni metabolismo è diverso dall’altro e reagisce quindi in modo differente a qualsiasi farmaco.
Nel caso in cui la patologia del polso dipenda da una frattura sarà ovviamente necessaria un’ingessatura, che sarà praticata in ospedale e poi tenuta sotto occhio dal vostro medico curante. Più semplice l’applicazione di tutori, che impediscono movimenti errati del polso e sono più leggeri e comodi della classica ingessatura.
La chirurgia è ovviamente riservata ai casi più gravi, ad esempio fratture ossee scomposte o la sindrome del tunnel carpale, in cui è necessario tagliare il legamento carpale per diminuire la pressione dolorosa sul nervo mediano.
Concludendo, possiamo vedere come un problema vasto e complesso come i dolori al polso vada risolto utilizzando metodi differenti, la cui scelta ricade ovviamente sul vostro medico curante.
Ciò che spetta a voi è di rilevare immediatamente quando “qualcosa non va” parlandone il prima possibile col vostro dottore. No alle cura fai da te, quindi, molto meglio prendere l’auto e perdere quell’ora necessaria al colloquio col medico. Il vostro polso ve ne sarà sicuramente grato!