Se siete delle donne ed avete superato i 50 anni di età sapete bene quanto sia importante la medicina preventiva per la vostra salute. Ma al di là dei classici (e doverosi) controlli all’utero ed alle mammelle per evitare dei pericolosi e psicologicamente devastanti tumori, una certa attenzione andrebbe portata anche ad un’altra parte del vostro corpo, meno delicata ma sicuramente molto importante: la vostra mano. Dopo i 50 anni di età infatti le donne rischiano molto più degli uomini di soffrire di artrosi della mano. Certo si tratta di una patologia molto meno grave dei tumori, tuttavia è importante non sottovalutarla perché i dolori che provoca possono essere davvero invalidanti e rendere qualsiasi gesto giornaliero, anche il più semplice, difficile e faticoso, causando anche depressioni di notevole entità. Ma non è solo la mano ad essere colpita dalla patologia: anche il polso può soffrirne ed un’artrosi ai polsi può comunque mettere in difficoltà qualsiasi donna, impedendole, per esempio, di leggere un giornale od un libro, guidare, cucinare e (ovviamente) lavorare in modo sereno.
L’artrosi primaria e secondaria: similitudini e differenze
Sebbene l’artrosi primaria e secondaria provochi dei dolori simili, la prima differenza fra le due è che la primaria è diffusa su differenti articolazioni mentre quella secondaria è normalmente localizzata in alcune zone precise del corpo. Al di là della differenza “geografica” delle zone colpite, esiste un’altra caratteristica difforme fra le due artrosi: la sua origine. L’artrosi primaria infatti è provocata spesso da precise cause genetiche, tant’è che è normale che essa interessi diversi membri della medesima famiglia. L’artrite secondaria invece non ha queste predisposizioni familiari ed è invece caratterizzata da origini legate a comportamenti alimentari e professionali errati. Pensate a problematiche come obesità e uso eccessivo di strumenti vibranti (ad esempio un martello pneumatico) o al sollevamento di pesi ingenti… tutti questi (e molti altri) sono fattori che giocano un ruolo fondamentale nella comparsa dell’artrosi secondaria.
Un’altra differenza fra l’artrosi primaria e la secondaria è che la seconda dipende anche da infortuni fisiche precedenti, si manifesta cioè in seguito ad incidenti quali fratture o patologie come la necrosi del semilunare (detta anche sindrome di Kienbock, ossia una osteocondrosi, malattia dell’osso e della cartilagine, che colpisce un osso breve del carpo, situato quindi sul dorso della mano).
I vari tipi di artrosi della mano
Illustreremo ora i vari tipi di artrosi della mano. Tale elenco non vuole necessariamente essere esaustivo, ha esclusivamente lo scopo di permettere ad ognuna di voi di capire da dove derivino quei dolori che, improvvisamente, hanno iniziato a colpire le vostre mani. Come vedrete, ogni artrosi è diversa dall’altra sia nella sua fenomenologia sia nella sua progressione.
· L’artrosi della mano di Heberden.
Questo tipo di artrosi colpisce una parte precisa della mano, ovvero le articolazioni inter-falangee distali. Essa parte appunto dai noduli di Heberden (da cui l’altro suo nome “artrosi heberdiana”). Si tratta praticamente di una osteofitosi, ossia una patologia che provoca la comparsa di osteofiti (delle fastidiose anche se piccole “creste ossee”). A complicare la situazione contribuiscono delle difficoltà accessorie dell’artrosi di Heberden, ossia la comparsa di cisti simil-ganglionari e/o di tumefazioni dei tessuti molli; tumefazioni che in certi casi possono anche provocare dei dolori notevoli, rendendo quindi la patologia ancora più invalidante e preoccupante.
L’artrosi di Heberden è particolarmente infida perché compare in modo progressivo e quindi non viene subito avvertita dal paziente in tutta la sua gravità. I noduli o gli osteofiti di Heberden manifestano tutta la loro potenzialità invalidante solo in un secondo momento quindi, ovvero quando si infiammano e provocano dolori anche notevoli. Le dita più colpite sono di solito il medio e l’indice, normalmente di entrambe le mani. Il paziente potrà avvertire all’inizio una leggera rigidità delle dita, che andrà ad aumentare col passare del tempo. A ciò può associarsi una fastidiosa ipersensibilità al freddo e una alterazione più o meno grave del tatto. Va notato come queste ultime due caratteristiche dell’artrosi di Heberden, sebbene poco invalidanti per persone che conducono delle attività lavorative “normali” possono essere pericolose per la professionalità dei musicisti. Pensate solo cosa voglia dire, per un violinista od un pianista di successo, non poter sentire con precisione la tensione delle corde del proprio strumento o non saper più calibrare in modo appropriato la pressione esercitata sui tasti del pianoforte. Inoltre va ricordato come a volte, soprattutto durante le prove, le sale da concerto hanno temperature non esattamente caraibiche e ciò può causare dei dolori che, a loro volta, rendono l’esecuzione delle partiture molto difficoltosa, in alcuni casi addirittura impossibile.
· Artrosi della mano in sede trapezio-metacarpale o rizo-artrosi
Questa artrosi colpisce allo stesso modo entrambe le mani ed è caratterizzata da dolori particolarmente intensi, soprattutto quando si tenta di utilizzare la mano effettuando dei movimenti di circonduzione, abduzione del pollice e opposizione. Quando compare una tumefazione capsulare il dolore può diventare ancora più intenso, rendendo praticamente indispensabile una ortesi protettiva, oltre ovviamente ad una terapia medica molto accurata che riesca quantomeno a ridurre i sintomi più dolorosi di questa artrosi così invalidante.
· Artrosi della mano in sede metacarpo-falangea.
Si tratta di un’artrosi più rara, in quanto non è frequente che questa patologia interessi le articolazioni metacarpo-falangee. Normalmente è causata non da cause genetiche bensì da eccessivi sforzi fisici, si tratta quindi di una tipica artrosi secondaria. Se il vostro lavoro non comporta stress fisici non dovrete certo preoccuparvi di questa particolare artrosi, ma se invece per ragioni di lavoro o praticando il vostro sport preferito dovete sopportare forti sollecitazioni ai polsi, è necessario che ricordiate che questa artrosi potrebbe comparire, causando dei dolori non indifferenti e costringendovi spesso ad un fastidioso ma necessario periodo di riposo.
· Artrosi erosiva della mano (artrosi di Crain)
L’artrosi di Crain (dal nome del suo scopritore) non è altro che un’artrosi progressiva che compare esclusivamente nell’area delle mani. Attacca le articolazione interfalangee distali e quelle prossimali, solo in pochi casi interessa l’articolazione trapezio-metacarpale. Se si effettua un’analisi radiografica si notano delle cisti iuxta-articolari di grandi dimensioni, notevoli danni epifisari e un appiattimento dei profili articolari.
La diagnosi migliore per l’artrosi della mano
Non c’è dubbio che uno dei metodi classici, e comunque più efficaci, per individuare un’eventuale artrosi del polso o della mano sia la radiografia. Ad essa si unisce in sinergia la risonanza magnetica (nota anche col suo acronimo: RMN); parliamo di sinergia perché alcune patologie vengono individuate solo con la radiografia mentre altre solo con la risonanza. Vediamole insieme.
· Radiografia: individua le fratture del terzo distale del radio di Galeazzi, le fratture e lussazioni delle ossa del carpo, le fratture di Colles e quelle delle ossa metacarpali. Inoltre è necessaria per riscontrare l’eventuale presenza delle fratture di Bennett e di quelle delle falangi.
· Risonanza magnetica: tramite questo esame si verifica la presenza di rotture delle capsule, lesioni ai muscoli e ai tendini e le varie alterazione dei tessuti molli.
· MOC DXA: Acronimo per Mineralometria Ossea Computerizzata Dual X ray Absorptiometry. È una tecnica che si basa su un esame volto a misurare la massa minerale ossea e la densità ossea. Controlla quindi la quantità e la densità di sali minerali (sali di calcio) presenti in una determinata parte dello scheletro, nella fattispecie l’avambraccio. Grazie ad essa si evidenziano chiaramente sia i tessuti sia le parti ossee e risulta possibile individuare gli osteofiti e le possibili erosioni.
Le varie terapie per l’artrosi della mano
La scienza medica offre diverse soluzioni per l’artrosi della mano. Ovviamente lo specialista che vi curerà saprà consigliarvi nel modo migliore ma è comunque giusto ed utile informarsi preventivamente in modo da poter effettuare una scelta consapevole. Va infatti sempre ricordato che, sebbene sia il medico a scegliere la cura, è il paziente l’unica persona preposta ad accettarla.
· Terapia ortesica nell’artrosi della mano
È una terapia meccanica in quanto si basa sull’uso di un tutore o di uno splint che va a sostenere l’articolazione trapezio-metacarpale. Fra i vantaggi della terapia ortesica citiamo anche la sua funzione come distanziatore, col fine di opporsi alla retrazione della prima commessura.
· Terapia termale dell’artrosi delle mani.
Sia le applicazioni di fango che la classica terapia termale sono molto efficaci, non tanto per una funzione antalgica quanto per il ripristino della mobilità articolare.
· Terapia del movimento nell’artrosi delle mani.
A volte è il semplice movimento ad apportare beneficio all’artrosi delle mani. Il vostro fisioterapista saprà prescrivervi gli esercizi più adatti, che potranno essere tramite mezzi attivi o passivi. Sottolineiamo come l’assistenza di un fisioterapista esperto sia utilissima, non solo dal punto di vista meramente medico ma anche per un efficace supporto psicologico, fondamentale soprattutto per i pazienti più giovani, specie in età adolescenziale.