L’agopuntura è ormai entrata a pieno titolo all’interno della cultura Occidentale e non è più considerata una sorta di attività “stregonesca” come poteva apparire quando arrivò in Italia, circa 30-40 anni fa. In effetti questa integrazione fra medicina Occidentale ed Orientale era, dal punto di vista storico, doverosa, in quanto le prime salde relazioni fra Italia e Oriente risalgono alla fine del XIII secolo, quando il mercante veneziano Marco Polo viaggiò fino alla lontana Cina dove visse per molti anni ed esplorò in lungo e in largo.
Fra i vari tipo di agopuntura i massaggi e l’agopuntura di Penzel sono particolarmente efficaci e si differenziano dagli altri in quanto si basano su un particolare massaggio dei punti di agopuntura. Ciò che avviene è un’originale forma di massaggio effettuato con dei bastoncini che vanno a stimolare quei punti che normalmente verrebbero “trafitti” dagli aghi utilizzati dall’agopunturista.
Ma per comprendere esattamente i principi che sottendono i massaggi di Penzel dobbiamo prima necessariamente conoscere meglio le basi della medicina orientale.
Breve storia dell’agopuntura
La medicina orientale è molto più nota in Italia con un acronimo: MTC, ovvero Medicina Tradizionale Cinese. Ovviamente tale dicitura fa comprendere come si tratti non di medicina orientale tout court ma “solo” della sua branca cinese. Il virgolettato è d’obbligo, in quanto la medicina cinese è sicuramente la più antica, estesa ed accurata fra le varie medicine orientali. Essa ha infatti un’origine primordiale che risale ad oltre 5 millenni fa; per intenderci: ai tempi dei primi faraoni. Possiamo esprimere una data certa grazie ad un documento antichissimo ed affascinante: una sorta di manuale di fitoterapia (ovvia la terapia effettuata con medicamenti ricavati dalle piante) datato all’incirca al XXI secolo avanti Cristo, quindi più di 4.000 anni fa! Ma le prime pratiche di agopuntura potrebbero addirittura essere precedenti. Pare infatti che già ai tempi del periodo paleolitico, quindi ben oltre 10.000 anni fa(!) gli uomini primitivi utilizzassero delle pietre che venivano appositamente affilate affinché potessero essere utilizzate per stimolare particolari punti del corpo. Tutto ciò migliaia e migliaia di anni prima che venissero elaborati i moderni aghi da agopuntura. Se ci pensate, ciò che risulta particolarmente straordinario non è tanto che l’uomo primitivo fosse capace di creare degli antesignani dei moderni aghi, quanto piuttosto l’aver intuito che una determinata pressione su un particolare punto del corpo avrebbe apportato dei miglioramenti nelle condizioni di salute del paziente.
Sebbene, come abbiamo detto, la medicina Orientale comprenda varie discipline, con numerose varianti a seconda dello Stato in cui tale medicina si è sviluppata, gli storici hanno potuto dimostrare che tale pratica è nata nell’odierna Cina per poi spostarsi nel corso dei secoli in Giappone (dove la Cina “esportò” anche gli ideogrammi), in Korea, in Thailandia ed in Vietnam. Ma quando avvenne il produttivo incontro fra la medicina Orientale e quella Occidentale? Risale davvero, come affermato prima, a solo 30-40 anni fa? In realtà il primissimo incontro è molto più antico, avvenne addirittura nel lontano Rinascimento.
Le prime conoscenze di medicina cinese arrivarono in Europa grazie ad un gruppo di missionari portoghesi. Ciò non dovrebbe sorprendere in quanto i missionari sono stati fra i primi ad esplorare l’Oriente ed a conoscere i miti, le tradizioni ed anche la medicina di popoli che all’epoca dovevano davvero apparire come “alieni”. I portoghesi furono aiutati anche dal fatto che la teoria sull’uso dell’agopuntura in campo medico aveva subito una sistemazione con dei trattati molto importanti redatti proprio in Cina. Alcuni avevano dei nomi suggestivi, ad esempio “Prescrizioni per il Sollievo Universale (Puji Fang)” e
”La porta dell’agopuntura e della Moxibustione (Zhenjiu Daquan)”, che erano stati pubblicati già nel 1406. Un altro libro di grande importanza per la mappatura dei punti su cui intervenire fu “Mappe di Classificazione degli Agopunti Basate sul Canone di Medicina (Leijing Tuyi)”, dato alle stampe nel 1624. Ma per consultare il primo trattato sull’agopuntura scritto in una lingua europea si dovette attendere la fine del XVII secolo, quando il medico e botanico Willem ten Rhijne scrisse il “Wilhelmi ten Rhyne M.D. &c. Transisalano-Daventriensis Dissertatio de Arthritide: Mantissa Schematica: De Acupunctura: Et Orationes Tres. I. De Chymiae ac Botaniae antiquitate & dignitage: II. De Psysiognomia: III. De Monstris”.
Il libro, ovviamente in latino, dissertava proprio sulla “Acupuntura”, ovvero l’agopuntura. Un termine potremmo dire “neolatino”! Va ricordato che il latino era l’inglese dell’epoca e tutti i medici europei lo conoscevano in modo approfondito. Ten Rhijne, olandese, si era imbarcato con la Compagnia delle Indie Olandesi proprio per studiare le piante e le medicine del mondo orientale ed era rimasto particolarmente colpito dall’agopuntura.
Nonostante la sua prima opera per un paio di secoli non ci fu un grande interesse verso questa forma di terapia. Una maggiore attenzione si manifestò all’inizio del Novecento (un’epoca in cui l’Oriente affascinava anche dal punto di vista mistico ed artistico) ma la prima e la seconda guerra mondiale cancellarono quasi ogni ricordo di questa antichissima pratica.
Dovremo attendere l’insediamento di un controverso Presidente statunitense, Richard Nixon, per ritrovare l’agopuntura al centro dell’attenzione degli euroamericani. Nixon, il primo Presidente ad aprire gli Stati Uniti alla Cina comunista, era un autentico appassionato di agopuntura ed il suo interesse personale rese questa pratica famosa al grande pubblico.
Al giorno d’oggi l’agopuntura è adoperata in tutti i paesi del mondo ed il suo successo e la sua importanza sono stati suggellati dalla dichiarazione dell’Unesco, che nel 2010 ha dichiarato l’agopuntura (e la moxibustione) Patrimonio dell’Umanità.
Ma cosa centra una pratica orientale vecchia 5.000 anni con un metodo inventato da un bagnino tedesco del XX secolo?
Wilhelm Penzel, l’ideatore del metodo Penzel
Nato nel 1917 in Germania, Wilhelm Penzel era un bagnino ma anche un massaggiatore che fin da giovane aveva sviluppato una profonda passione per l’Oriente e per i suoi metodi di cura delle malattie più disparate. Dopo aver studiato a lungo l’agopuntura classica decise di integrarla con una metodologia innovativa, ovvero con un massaggio che andava a toccare proprio quei punti normalmente stimolati con degli aghi di metallo. La sua intuizione ebbe un notevole successo ed il bagnino-agupunturista creò un autentico metodo, che prese il nome di MPA (un acronimo che sta per massaggio dei punti d’agopuntura di Penzel).
Come capita spesso, la tecnica del maestro viene portata avanti da un allievo.In questo caso l’allievo / collaboratore era Klaus Radloff, che negli anni Ottanta del Novecento riuscì a fare evolvere l’agopuntura di Penzel utilizzando per la diagnosi le delicate aree intorno ai padiglioni auricolari. Radloff ideò quindi un vero e proprio sistema di controllo, chiamato CRO (sistema di controllo riflessologico). Dopo il MPA di Penzel nacque quindi il TSE/MPA di Radloff(ovvero il Trattamento Statico-energetico / Massaggio di Agopuntura di Radloff). Per ovvi motivi queste due metodologie ebbero particolare successo nei paesi germanofoni, ovvero Austria, Germania e Svizzera.
Gli affascinanti fondamenti teorici del metodo Penzel e del metodo Radloff
Alla base di questi metodi si trova ovviamente la medicina tradizionale cinese. Vecchia come abbiamo detto di migliaia di anni, la medicina cinese ha un approccio olistico all’uomo ed alle sue malattie: l’essere umano è infatti visto come una entità formata da corpo e anima.Tale entità non va mai quindi scissa in un corpo inanimato e in un’anima incorporea in quanto entrambe queste entità coabitano e sono interdipendenti; si influenzano quindi a vicenda in un moto corpo-anima-corpo incessante, sempre uguale e sempre diverso.
Inoltre l’uomo è a sua volta parte integrante della natura ed è inoltre influenzato dai principi dello Yin e dello Yang, ovvero da forme di energia che sono sì contrapposte ma complementari l’una all’altra (esattamente come lo sono l’anima ed il corpo dell’uomo).
In effetti anche noi occidentali dovremmo ammettere che i principi dell’opposizione Yin e Yang sono visibili in numerosissimi fenomeni naturali: pensiamo ad esempio al giorno e alla notte, il caldo ed il freddo, il cielo e la terra, l’acqua ed il fuoco… Ognuno di questi fenomeni esiste in contrapposizione a (ma anche “grazie a”) l’altro. Per citare un famoso proverbio: “non ci può essere luce senza tenebra” e quindi si deve conoscere sempre “l’altro da sé” per poter infine comprendere davvero se stessi.
Ma cosa accade quando l’equilibrio fra Yin e Yang si interrompe, quando viene compromesso? Secondo la medicina orientale ciò è molto pericoloso in quanto provoca dei dannosi blocchi dell’energia vitale, causando malattie di ogni tipo, sia fisiche che mentali.
Fortunatamente il fluire dell’energia vitale può essere assistito (ed in alcuni casi addirittura guidato) stimolando i meridiani del corpo con l’agopuntura o con un particolare massaggio, quelli di Penzel appunto.