La distorsione alla caviglia è uno dei traumi scheletrici più comuni e diffusi: può infatti accadere che, facendo sport o movimento, o semplicemente ruotando involontariamente il piede in maniera innaturale, possa esservi una lesione all’articolazione ossea che, nei casi più gravi – può estendersi anche ai muscoli e/o ai legamenti.
Primo intervento in caso di distorsione alla caviglia
Per ciò che concerne il primo soccorso in caso di distorsione alla caviglia, le procedure base da seguire consistono nell’applicazione del cosiddetto “protocollo RICE” (acronimo di Rest, Ice, Compression, Elevation, ossia i quattro passi da seguire): in breve, il protocollo prevede, oltre al riposo, l’applicazione di ghiaccio sulla parte lesa per i primi giorni, evitando il contatto con la pelle: questo serve ad impedire l’espandersi del trauma. L’immobilizzazione totale della caviglia tramite bendaggio è importante per evitare il deterioramento dovuto a ulteriori innaturali movimenti. Infine è opportuno tenere la caviglia in posizione sopraelevata rispetto al corpo per le prime 48 ore.
Linee guida per la riabilitazione
A seconda della gravità della lesione, la riabilitazione per la distorsione alla caviglia può richiedere da pochi giorni (per distorsione di I grado), fino a un mese, nel caso di traumi più gravi (o di III grado), con esercizio di recupero fisioterapico che può prolungarsi, nell’ultimo caso, anche per 4/6 mesi.
In ogni caso, a conclusione della fase iniziale dei trattamenti, l’attività riabilitativa vera e propria, consiste nel far si che l’arto venga sollecitato in maniera man mano più intensa in modo tale che riacquisti gradatamente le sue normali capacità di svolgere le attività quotidiane. E’ controindicato un riposo prolungato, poiché rallenta o addirittura blocca le capacità di recupero delle ossa e dei tessuti.
Trattamenti di fisioterapia per la distorsione alla caviglia
La riabilitazione fisioterapica prevede nella fattispecie l’esecuzione di esercizi mirati al rafforzamento muscolare, oltre che a un potenziamento, pur lento e graduale, delle attività che favoriscono il recupero dell’articolazione ossea, stando attenti a rispettare la soglia del dolore.
Gli esercizi somministrati dal fisioterapista, col passar del tempo, aumentano in intensità, al fine di aumentare di volta in volta la capacità di azione della parte lesa: dapprima semplici movimenti isometrici, seguiti da esercizi isotonici assistiti. Col passar del tempo il piede riacquista le sue funzioni motorie ed è pronto per la rieducazione propiocettiva, ossia la risensibilizzazione della caviglia al controllo del movimento in situazioni naturali via via più affinate.