Fra le sindromi che interessano il bacino, la coccigodinia (o coccidinia) è una delle più insidiose per le donne, soprattutto perché può comparire in uno dei momenti più delicati della loro esistenza: la gravidanza ed il parto. In questo articolo comprenderemo le caratteristiche di questa sindrome ed i modi più efficaci per prevenirla e curarla.
Il coccige: vestigia della coda dei nostri antenati!
La parola coccige indica la parte finale della spina dorsale, per la precisione la zona che si trova appena sopra le natiche. Non si tratta di un singolo osso bensì di 3-5 vertebre fuse in un’ unica entità. La parte estrema del coccige è direzionata verso l’ombelico e la struttura coccigea ha lo scopo di rendere più stabili i muscoli grande gluteo, pubococcigeo ed il legamento anococcigeo, che si attaccano tutti a questo particolare osso.
Particolare molto curioso: il coccige rappresenta la prova che un tempo i nostri “antenati” avevano una vera e propria coda. Di essa sono rimasti solo questi ultimi segmenti, che però in alcuni casi possono possedere anche altre vertebre, formando nei nascituri una vera e propria “codina” che viene poi rimossa chirurgicamente.
Questo particolarissimo osso ha una forma a triangolo, la cui base si articola con la punta dell’osso sacro. Il nome coccige, così particolare, deriva dal greco ?????? (kòkkyx) ossia “cuculo”, in quanto l’osso ha una forma molto simile al becco di quel volatile. Il termine è antichissimo: pare che il primo ad usarlo fu il celeberrimo medico Galeno di Pergamo, nel secondo secolo dopo Cristo.
Cos’è la coccigodinia?
Questa patologia nasce da una mobilità del coccige non naturale, che spesso provoca
un’ infiammazione particolarmente dolorosa e pericolosa anche per i tessuti che circondano il coccige stesso. Come abbiamo scritto, è molto frequente nelle donne incinta e può comparire a poche settimane dal parto, quando il coccige tende ad “ammorbidirsi” naturalmente per rendere più semplice la nascita del bambino. Nonostante questo intelligente accorgimento fisiologico, in alcuni casi i muscoli della puerpera possono tendersi in modo eccessivo, provocando la dislocazione del coccige stesso.
Ma la coccigodinia può comparire anche per cause esterne, le più comuni delle quali sono ovviamente associate allo sport. Nell’immaginario collettivo la figura dell’uomo che scivola e cade “di sedere” può risultare divertente (ad esempio nei filmati dello sci, del pattinaggio, dell’equitazione), ma nella realtà ognuna di queste cadute può provocare la lussazione (ossia spostamento) o la frattura dell’osso del coccige. Ciò causa un’eccessiva mobilità di questa struttura che, ricordiamolo, non è formata da un unico osso ma da molte ossa fuse insieme; dalla mobilità deriverà un’infiammazione sicuramente dolorosa e foriera di notevoli fastidi per l’infortunato.
Non sempre però la coccigodinia è causata da un forte trauma: a volte anche un’attività sportiva eseguita in modo perfetto ma eccessivo può provocare degli infortuni al coccige. Pensiamo al canottaggio od al ciclismo: entrambi sport che richiedono sforzi prolungati ed in cui il coccige è in continuo contatto con un oggetto rigido (il sellino od il sedile del canotto). Il forte attrito e la pressione continua sull’area coccigea possono in alcuni casi provocare forti infiammazioni.
Anche una postura errata durante una lunga attività lavorativa può provocare parecchi guai. Pensiamo a chi, per lavoro, è costretto a rimanere seduto per lungo tempo, magari su di un muletto meccanico mentre sposta delle merci in un magazzino. A differenza dei sedili dei camionisti (decisamente comodi ed ergonomici), i sedili dei muletti vengono quasi sempre costruiti pensando ad un utilizzo saltuario del mezzo e non hanno quindi quegli accorgimenti necessari a permettere un’attività prolungata in sicurezza. Guidare il muletto 3 o 4 ore di seguito per molti giorni al mese può provocare una pressione sul coccige eccessiva, da cui deriverà una patìa particolarmente fastidiosa anche perché difficilmente evitabile: si può certamente fare una pausa di un mese nello sport, ma non nell’attività lavorativa!
A complicare la situazione può intervenire una condizione peculiare di alcune persone: l’obesità. Le persone gravemente sovrappeso soffrono di una pressione eccessiva sul coccige, che non può che peggiorare se il soggetto passa molto tempo in una posizione seduta. Immaginate quindi cosa potrebbe succedere ad un magazziniere sovrappeso: la “sinergia negativa” di peso eccessivo e posizione di lavoro errata non potrebbe che provocare una coccigodinia dolorosissima ed una sublussazione coccigea. In questi casi sarà ovviamente necessario agire contemporaneamente sia sulle condizioni precipue del paziente (il peso eccessivo) sia sulle condizioni di lavoro improprie (il sedile non ergonomico del muletto meccanico)