Le fratture lombari rappresentano un infortunio grave, nel quale nessuno vorrebbe incorrere. Ovviamente la prevenzione è di importanza fondamentale, ma nel caso in cui (in seguito ad un incidente o per cause patologiche) si dovesse incappare in questo trauma, sarà indispensabile agire nel modo più efficace per innanzitutto mettere in sicurezza il corpo dell’accidentato (sia il proprio sia quello di un proprio caro) e successivamente per seguire la terapia più adatta per recuperare dall’incidente.
Le vertebre lombari in dettaglio
Di tutte le ossa della colonna vertebrale le cinque vertebre lombari sono le più robuste e capaci di sostenere traumi anche di notevole entità. Esse partono all’altezza dell’ultima costola e proseguono sino all’altezza dell’osso sacro. Sono sostenute da dei muscoli stabilizzatori particolarmente robusti, anch’essi preposti a rendere le vertebre più “corazzate” e resistenti a incidenti e traumi.
Non sempre però questa corazza è sufficiente ad evitare una frattura. Lo sport “estremo”, gli sport da combattimento, ma anche la bicicletta o la moto sono tutte attività ad alto rischio per le vertebre in generale e per le lombari.
Cosa provoca le fratture lombari?
Le cause principali della frattura lombare sono due:
– traumi gravi in seguito ad incidenti fisici (cadute, incidenti d’auto)
– indebolimento osseo provocato da particolari patologie
Mentre i traumi fisici sono di facile individuazione, quelli provocati dall’indebolimento delle ossa non sono noti ai non “addetti ai lavori”. Fra essi uno dei più insidiosi è l’osteoporosi.
Si tratta di una patologia che interessa lo scheletro, il quale è soggetto ad una perdita della massa ossea e anche della resistenza, provocata da vari fattori fra cui quelli metabolici, patologici e legati alla nutrizione. Non tutti i medici sono però d’accordo nel considerare l’osteoporosi come una malattia vera e propria. Secondo alcuni infatti essa non sarebbe altro che un processo di tipo parafisiologico a danno dei soggetti in età avanzata. Il British Medical Journal (un’accreditata rivista medica settimanale pubblicata nel Regno Unito) è di questa opinione ed ha incluso l’osteoporosi nella categoria delle “non malattie.
Ad ogni modo, che sia o meno una malattia, è indubbio che l’osteoporosi rappresenti una delle principali cause di frattura vertebrale non solo negli anziani ma anche nelle donne in stato di menopausa. Basti pensare a questo dato: l’osteoporosi detta “di tipo 2” (osteoporosi senile), ossia quella che colpisce i pazienti con più di 75 anni di età, ha una frequenza doppia nelle donne rispetto ai pazienti di sesso maschile.
Per quanto concerne i pazienti maschi, la maggioranza delle fratture lombari è provocata da dei traumi quali cadute o colpi di frusta, in seguito ad un incidente automobilistico (in questo caso il tipo di frattura in cui si incappa è definito “a cuneo”.
Per quanto riguarda la statistica medica, uno dei paesi più avanzati nell’analisi di questa malattia è l’America: secondo la NOF (National Osteoporosis Foundation), in questo momento ben 10 milioni di persone negli Stati Uniti soffrono per questa patologia, mentre l’osteopenia (patologia più lieve,in cui la densità delle ossa è leggermente minore della normalità) colpirebbe addirittura 34 milioni di persone. Se si pensa al fatto che moltissimi americani sono sovrappeso o gravemente obesi, è evidente come una densità ossea inferiore alla norma rende le ossa troppo fragili per sostenere adeguatamente un corpo il cui peso è del 50% (o addirittura del 100%) superiore al peso forma.
Rimanendo sempre in ambito statistico: i dati del 2005 dimostrano che l’osteoporosi sarebbe stata la causa di oltre 2 milioni di fratture, di cui il 25% hanno interessato le vertebre.
La classificazione delle fratture vertebrali in dettaglio
Immaginate che un vostro caro subisca una frattura vertebrale… una volta portato in ospedale vorrete sicuramente conferire con il medico curante e con il radiologo. Come potrete però capire qualcosa quando vi dirà che le vertebre della persona che amate sono state colpite da una frattura stabile, instabile, da compressione o da scoppio? In questa parte dell’articolo vi illustreremo le caratteristiche di ognuna di esse.
La frattura vertebrale stabile.
Trattasi della forma più “semplice” della frattura vertebrale: non provoca alcuna deformità della spina dorsale né alcun problema a livello neurologico. In questo caso la colonna vertebrale non sarà compromessa nella sua funzione di sostegno del peso corporeo.
La frattura vertebrale instabile
In questo caso la lesione si manifesta al livello della vertebra e della colonna posteriore (nell’area dell’arco e delle faccette articolari). La deformazione può comparire in flessione laterale, compressione e rotazione. Il risultato più comune è una cifosi post-traumatica con conseguenti sintomi a livello neurologico.