Ogni giorno della nostra vita utilizziamo le mani per una enorme quantità di impieghi: portare il cibo e le bevande alla bocca, guidare, scrivere, lavorare, accarezzare le persone che amiamo…
Le mani sono probabilmente la parte del corpo che più utilizziamo per esplorare e, appunto, manipolare il nostro mondo. Ma le mani sono, ahimè, molto delicate ed è sufficiente una semplice lesione come una frattura per comprendere quanto esse siano fondamentali e quanto sia necessario averne cura.
Le dita delle mani e le fratture in dettaglio
Ogni dito delle nostre mani è diviso in varie ossa dette falangi. A parte il pollice che ne ha due,
le altre dita hanno ognuna tre falangi ed ciascuna di esse può facilmente essere esposta a traumi più o meno gravi.
Normalmente è più facile che ad essere colpite da una frattura siano le punta delle dita, in questo caso si parlerà di frattura dell’articolazione interfalangea distale. Andando verso l’interno, ossia verso la base delle dita, potremo poi avere una frattura obliqua della falange intermedia, una frattura dell’articolazione interfalangea dorsale, una della base della falange prossimale, terminando poi con una frattura da avulsione della falange prossimale.
Sarebbe inutile elencare qui tutte le possibili cause traumatiche delle fratture alle dita: la caduta di un peso su una falange (un martello od un pacco), tirare male un pugno durante un allenamento di boxe o arti marziali, una caduta maldestra che viene attutita male dalla mano… le possibilità sono davvero infinite!
Più che focalizzarci sulle possibili cause delle fratture sarà quindi consigliabile prestare attenzione ai sintomi della frattura stessa, in modo da riuscire ad identificarla rapidamente e curarla con la dovuta attenzione.
Eziologia della frattura alle dita della mano
Immaginate di stare giocando una concitata partita a pallacanestro… ad un certo punto un compagno di gioco vi passa con forza la palla che colpisce duramente la vostra mano. Il dolore che avvertite in seguito al trauma potrebbe essere quello di una frattura?
Se al forte dolore si unisce una deformazione ossea o articolare è molto probabile che sia avvenuta una frattura di una certa entità. In alcuni casi però non si può individuare ad occhio nudo alcuna deformazione, dovremo quindi basarci sull’entità del dolore (che sarà sicuramente acuto) e con la comparsa di tipici lividi: dopo alcuni minuti il dito apparirà gonfio e sarà quasi impossibile muoverlo con agilità.
Va però ricordato che dolore e gonfiore sono sintomi tipici non solo della frattura ma anche della distorsione e della slogatura. Sarà quindi necessario interrompere subito la partita e, nel caso il dolore sia particolarmente forte, recarsi al pronto soccorso. Spetterà poi al radiologo analizzare le lastre del dito infortunato per comprendere con esattezza l’entità del danno.
Le cure più adatte per risolvere le fratture delle dita
Nel caso in cui si sia di fronte ad una frattura di piccola entità, sarà sufficiente “steccare” il dito fratturato, porre del ghiaccio sulla parte lesa ed assumere degli antinfiammatori. Ovviamente portare una stecca risulterà una “seccatura” notevole: sarà solo in quel momento che capiremo quanto le nostre mani siano importanti! Con un dito steccato non è infatti possibile guidare l’auto né la moto né la bicicletta. Non si riuscirà a lavorare col computer o fare manutenzioni ed anche azioni semplici come cucinare o riordinare la casa risulteranno particolarmente impegnative. Bisognerà quindi armarsi di santa pazienza ed attendere il recupero dalla frattura evitando in tutti i modi di utilizzare la parte lesa.
Diverso invece il caso di una frattura più complessa, ad esempio in più punti o scomposta. In questo frangente potrebbe essere necessario un chirurgo che dovrà riunire i frammenti dell’osso durante un vero e proprio intervento ospedaliero. Fortunatamente si tratta di un intervento relativamente semplice e rapido in anestesia locale. Il dito verrà “addormentato” ed il chirurgo utilizzerà i fili di Kirschner e delle particolari viti per riallineare i frammenti dell’osso fratturato. Sebbene l’intervento non sia in sé complesso, parliamo comunque di un’operazione delicata: nel caso in cui siate degli sportivi o dei musicisti professionisti dovrete necessariamente farlo presente al vostro medico curante affinché possa indirizzarvi al professionista più esperto.
È infatti evidente che una piccola rigidità in una falange non provoca alcun problema in una persona che usa le mani in modo “normale”, ma risulta drammaticamente invalidante per un pianista od un violinista, professionisti devono necessariamente avere controllo e sensibilità assoluta sulle estremità superiori del corpo.
La riabilitazione post operatoria e la tempistica di guarigione
Se l’operazione chirurgica ha un’importanza fondamentale per la guarigione dalla frattura al dito, altrettanto importante risulterà la riabilitazione. Inutile dire che sarà doveroso recarsi in un centro riabilitativo specializzato, dove dei fisioterapisti esperti sapranno effettuare e spiegarvi gli esercizi più adatti per il vostro recupero. Dagli esercizi più semplici si passerà poi a quelli di fisiokinesiterapia, con l’obiettivo di recuperare completamente la funzionalità del dito infortunato.
Riguardo i tempi di recupero, dobbiamo considerare almeno uno/due settimana di immobilizzazione della parte lesa, a cui vanno aggiunte circa quattro settimane di riabilitazione. Possiamo quindi ipotizzare che una frattura “normale” possa recuperarsi nel giro di un mese e mezzo. A prima vista può sembrare un tempo notevole, ma va considerato come la frattura di un dito sia molto più delicata di quella di una gamba o di un braccio: come abbiamo spiegato all’inizio dell’articolo le nostre dita ci mettono a contatto con l’ambiente che ci circonda ed è necessario averne un controllo completo per poter compiere con soddisfazione i piccoli e grandi gesti quotidiani, sia dell’attività lavorativa che dell’affettività.