Normalmente, quando si pensa ad un infortunio legato allo sport od al lavoro fisico, si immagina di poter soffrire di una tendinite, uno strappo muscolare, una frattura di un braccio, una gamba o forse una costola. Se ci si focalizza sul piede, si tende a prestare attenzione soprattutto alle dita ed al collo dei nostri piedi, che potrebbero infortunarsi se colpiti da un oggetto contundente, ad esempio un pacco o un peso in ghisa sfuggito di mano.
Quanti di noi invece prestano attenzione alla parte più lontana dagli occhi, al punto tale che gli occhi normalmente non riescono nemmeno a vederla? Ovvero: quanti atleti e lavoratori hanno cura dei loro calcagni?
Cos’è il calcagno e perché è così importante per la nostra salute.
Il calcagno è un tipo di osso abbastanza complesso, in quanto è formato in realtà da due ossa differenti: una, esterna, è detta osso corticale; è molto rigido e protegge l’altro osso, l’osso spongioso, che si trova appunto al suo interno. L’osso corticale è quindi una sorta di armatura per il delicato osso spongioso. Il calcagno è ovviamente importante per una deambulazione perfetta. Va da sé che questo osso sostiene da solo gran parte del peso corporeo perciò una frattura potrebbe provocare scompensi non solo nel cammino ma anche nell’equilibrio dell’atleta.
Come si rischia di fratturarsi il calcagno?
Normalmente il calcagno riceve grossi traumi in seguito ad una caduta rovinosa. A causa della sua posizione “defilata”, è molto difficile che il calcagno riceva un trauma diretto da parte di un oggetto (come può invece avvenire per una mano od un piede). È forse questo il vero problema del calcagno: essendo una parte nascosta del nostro corpo ed apparendo molto dura e protetta, diamo quasi per scontato che non possa ferirsi. Saltare da un muro molto alto, magari con delle scarpe sottili, può provocare un trauma notevole per le nostre ossa ed i nostri tendini. Ma mentre possiamo attutire i danni a ginocchia e giunture varie ammorbidendo la caduta (piegando le gambe ed eventualmente rotolando su un fianco) il calcagno è comunque destinato ad assorbire il grosso dell’impatto. Pensateci: se un uomo di 80 kili atterra dopo un salto di un metro e mezzo, sarebbe quasi come prendere una martellata sul calcagno… con un martello di 80 kili! È evidente che nessun osso può resistere indenne ad uno stress simile.
Quali sport e attività sono più a rischio?
Un’attività sportiva innovativa e spettacolare è il parkour: una sorta di ginnastica acrobatica praticata sui tetti o comunque in ambienti architettonicamente sviluppati. Gli atleti di parkour sono capaci di sopportare salti di oltre due metri, ma i loro calcagni rischiano seriamente di rovinarsi a causa di uno stress eccessivo. Altri atleti che sollecitano notevolmente queste ossa sono i praticanti di arti marziali, soprattutto quelli di stili “esterni” come il Karate e il Tae Kwon Do. Siccome questi sportivi si allenano a piedi scalzi, qualsiasi colpo sferrato per rompere una tavoletta di legno potrebbe causare una frattura (o meglio, una microfrattura) del calcagno. La microfrattura è forse più insidiosa perché, se non diagnosticata subito, può peggiorare in seguito al prosieguo dell’allenamento a piedi scalzi da parte dello sportivo inconsapevole. Un altro sport in cui si può rischiare una frattura del calcagno è l’equitazione, anche se in questo caso la caduta deve essere davvero rovinosa per risultare in una frattura grave.
Come avviene la frattura?
In seguito ad uno dei traumi sopra descritti, l’osso esterno, per quanto resistente, può fratturarsi. A quel punto l’osso spongioso interno, per natura fragile, non riesce a sostenere il peso del corpo umano e la sua frattura può risultare complessa, ricca di frammenti e difficilmente sanabile. Va da sé che il cammino diviene difficile e dolorosissimo. La persona colpita dall’infortunio dovrebbe subito sdraiarsi a terra e chiedere aiuto, evitando in ogni modo di utilizzare il piede infortunato, pena il peggioramento della frattura stessa.
Anche se si parla spesso di “frattura”, in realtà bisognerebbe distinguere fra due traumi differenti:
- la frattura talamica o articolare: è quella che colpisce l’articolazione del piede. Purtroppo è quella che avviene più spesso e la sua cura risulta complessa.
- frattura extra-talamica o extra-articolare: è più rara e più facile da trattare.
Come si cura una frattura al calcagno
I trattamenti sono di due tipi: conservativo o chirurgico.
Si tende ad utilizzare il gesso (del tipo “a gambaletto”) nel caso di fratture composte ma senza il coinvolgimento di superfici articolari.
Se invece la frattura è più grave, ad esempio scomposta o ricca di frammenti, si dovrà necessariamente rivolgersi ad un abile chirurgo, che asporterà i frammenti e ricostruirà l’osso danneggiato.
La riabilitazione del calcagno fratturato
Una volta ricomposta la frattura, dovrà seguire una necessaria (anche se inevitabilmente complessa) riabilitazione. Inutile dire che sarà fondamentale affidarsi ad un terapeuta capace e non improvvisato, che opererà fondamentalmente in due modi:
alcuni esercizi saranno finalizzati al rinforzo muscolare (anche perché l’immobilità prolungata avrà sicuramente indebolito la muscolatura del paziente, specie se era solito allenarsi spesso).
Altri esercizi saranno dedicati al recupero della funzionalità articolare della caviglia, che potrebbe essere stata indirettamente interessata dal trauma.
Concludendo, la frattura del calcagno è un infortunio di una certa gravità, che andrebbe evitato in tutti i modi. Se siete dei praticanti di sport intensi, fate molta attenzione a come vi muovete in campo o (se fate parkour) sulle terrazze cittadine: un piccolo errore può costare molto caro.
Se invece non fate sport e magari lavorate in casa, prestate attenzione ad indossare sempre delle scarpe comode, meglio se da ginnastica, mentre fate le faccende domestiche: è sufficiente una caduta da una sedia a piedi scalzi per provocarsi una frattura del calcagno!
L’optimum sarebbe di indossare scarpe da pallacanestro o da running, che hanno una suola molto morbida che attutisce notevolmente i traumi ai calcagni. Può aiutare anche l’uso di una soletta sportiva che contiene del gel: si tratta di solette costose usate dagli atleti per evitare i microtraumi della corsa, ma possono essere un buon investimento anche per chiunque abbia a cuore la salute dei propri calcagni!