Nei mass media (i giornali, la radio, la tv e ora anche internet) si parla spesso di fisioterapia in senso generale, ma ciò che non viene spiegato a sufficienza è che la terapia degli adulti è molto diversa da quella dedicata ai pazienti più piccoli e delicati: i bambini.
La riabilitazione del bambino ha necessariamente bisogno di un approccio diverso rispetto a quella dell’adulto. I motivi sono numerosi: innanzitutto si presentano quelli anatomici, in quanto il bambino ha un fisico differente da quello dell’adulto. Se un uomo di 30 anni può essere seguito per molti mesi utilizzando gli stessi metodi, il fisico di un bambino cresce di giorno in giorno, e l’esercizio che era valido quando il bambino aveva otto anni potrebbe non più dimostrarsi valido un anno dopo, quando le dimensioni degli arti si sono inevitabilmente accresciute. Ci sono poi delle chiare ragione psicologiche: a differenza dell’adulto, che può sopportare una terapia fisiologica anche per diverse ore, il bambino si annoia molto prima e, se posto di fronte ad un esercizio faticoso o doloroso, potrebbe rifiutarsi di eseguirlo, arrivando anche al pianto ed alla più completa frustrazione. Fortunatamente esistono delle tecniche fisioterapiche mirate proprio ai pazienti più giovani, la più importante di esse è la stimolazione precoce.
Cos’è la stimolazione precoce?
Si tratta di un insieme di tecniche terapeutiche il cui scopo è di portare in modo appropriato tutti gli stimoli che intervengono naturalmente durante la maturazione del bambino. Lo scopo è di facilitare le compensazioni nello sviluppo dei bambini che soffrono di deficienze motorie, siano esse già presenti oppure solo potenziali.
Quando si applica la stimolazione precoce?
Questo tipo di trattamento va iniziato nel momento in cui risulta evidente la presenza di una lesione cerebrale nel giovane paziente. Il modo migliore per sviluppare le capacità del bambino va di pari passo con l’individuazione più rapida possibile della eventuale paralisi cerebrale. Stimolando per tempo il cervello di un giovane individuo colpito da paralisi, si riuscirà ad agire efficacemente sulle vie nervose incaricate di trasmettere gli stimoli sensoriali e motori ad esse preposte.
La stimolazione precoce ottiene così due risultati sinergici:
Il bambino colpito da una lesione viene avvicinato per tempo alle normali catene motorie;
le alterazioni neuromuscolari e sensoriali vengono identificate rapidamente e permettono di essere affrontate nel modo migliore.
Va infatti ricordato che la paralisi cerebrale può essere spesso scambiata con altre simili alterazioni, e viceversa.
Bisogna sottolineare che, nonostante i numerosi progressi avvenuti nella prevenzione della paralisi cerebrale, il numero di bambini colpiti da tale fenomeno invalidante non è diminuito negli anni, bensì addirittura aumentato. Ciò è dipeso dal fatto che molti bambini prematuri (che un tempo morivano poco dopo la nascita) fortunatamente oggi possono salvarsi. Purtroppo però questi giovanissimi pazienti soffrono di gravi problemi di sviluppo del sistema nervoso, problemi che se non trattati per tempo porteranno necessariamente a grandi disagi col prosieguo della crescita.
La maggior parte delle persone affette da paralisi cerebrale non soffrono di altre patologie; tuttavia ogni disturbo che colpisce il cervello e ostacola la sua funzione motoria può provocare anche convulsioni, compromettendo l’attenzione e la reazione al mondo esterno, oltre alle capacità auditive e visive.
Come si diagnostica e si cura la paralisi cerebrale nel bambino?
Il metodo con cui gli specialisti riescono a diagnosticare la paralisi cerebrale nel bambino è tramite il controllo della cosiddetta “destrezza motoria” del piccolo paziente. Ovviamente è necessario anche studiare con cura la cartella medica per verificare eventuali sintomi di lento sviluppo, di una postura non regolare e di un tono muscolare al di fuori della norma. A questo punto il terapista dovrà controllare i riflessi del bambino, annotando ad esempio quale mano istintivamente preferisce utilizzare per eseguire alcuni semplici compiti.
Nonostante la paralisi cerebrale non sia purtroppo curabile, se il fisioterapista riesce a preparare e condurre un trattamento ben studiato, il tono muscolare del bambino ed il controllo sugli arti permetteranno comunque un adeguato raddrizzamento e riequilibrio del corpo del paziente.
Va sempre ricordato che le abilità motorie sono di enorme importanza per il paziente, ciò per due motivi: tramite esse il bambino riesce a sviluppare una notevole destrezza in diverse aree di sviluppo, inoltre potrà aumentare l’apprendimento delle conoscenze in generale e del linguaggio in particolare.
Ovviamente il bambino ha bisogno di stimoli, e solo un movimento libero ed autonomo gli può permettere un’esplorazione sicura e soddisfacente del mondo che lo circonda.
Le perlustrazioni e gli stimoli ad esse correlate possono avvenire solo di concerto con una maturazione neurologica, tuttavia esse nascono anche dall’esperienza precipua del bambino: osservare, desiderare, camminare ed infine stringere l’oggetto voluto,
sono tutte azioni che permettono al piccolo paziente di maturare e di acquisire, anche da giovanissimo, notevole autosufficienza ed indispensabile autostima.