L’ossigeno ozono terapia (detta anche solo ozonoterapia) è una particolare terapia basata sull’uso di una miscela di ossigeno ed ozono. Secondo i suoi sostenitori questa particolare terapia avrebbe effetti benefici per numerose patologie. Va però ricordato che la validità scientifica della ossigeno ozono terapia non è ancora sostenuta da tutti gli scienziati. In questo articolo scopriremo meglio l’ossigeno ozono terapia, lasciando poi ai lettori il compito di giudicarne la validità.
Breve storia dell’ozono
L’ozono fu scoperto nel 1832 dallo scienziato svizzero tedesco Christian Friedrich Schönbein (scopritore anche del fulmicotone). Schönbein descrisse l’odore tipico e l’elevata capacità ossidante dell’ozono. Lo stadio successivo dello studio dell’ozono scoccò nel 1857, tramite le ricerche di Werner Von Siemens (fondatore dell’omonima celebre ditta Siemens). Il tedesco, dimostrò che l’ozono viene prodotto successivamente allo scorrere dell’ossigeno puro tramite un arco voltaico. Fu lui a costruire il primo generatore di ozono.
Dalla seconda metà dell’Ottocento l’ozono iniziò ad essere utilizzato nella disinfezione delle sale operatorie e per la fondamentale sterilizzazione degli strumenti chirurgici. Risale al 1892 la prima pubblicazione scientifica sull’ozono: in un articolo veniva raccomandato il suo utilizzo per curare la (allora terribile) tubercolosi. L’ozono iniziò ad essere utilizzato in modo massivo durante il terribile primo conflitto mondiale: la sua utilità si divideva fra le cure alle ferite, il cosiddetto piede da trincea e gli spaventosi effetti dei gas velenosi, come la tristemente celebre Iprite (che prende il nome dalla città belga di Ypres, dove venne usata per la prima volta).
Nel 1932 fu intrapreso l’uso dell’ossigeno-ozonoterapia nella chirurgia generale, furono riscontrati ottimi risultati nella cura di ulcere e fistole settiche.
Risale al 1957 il primo apparecchio che permetteva di dosare con esattezza l’ozono.
Come si assume l’ozono?
L’ozono è una sostanza che viene prodotta naturalmente dal corpo umano, per la precisione dai globuli bianchi e da altri sistemi biologici per distruggere i corpi considerati estranei.
L’ozonoterapia consta nell’introdurre ozono nel corpo tramite numerose modalità di somministrazione. Esso può essere introdotto:
tramite via intrarteriosa ed intravenosa;
tramite insufflazione intestinale;
Attraverso iniezioni intra-articolari o sottocutanee.
In questi casi l’ozono è sapientemente miscelato con vari gas e liquidi prima di essere inserito nel corpo umano; la somministrazione non avviene comunque mai tramite inalazione. Ciò perché l’ozono ha effetti tossici sulle vie respiratorie: la molecola dell’ozono reagisce infatti in modo dannoso con i tessuti che rivestono i polmoni, causando il deterioramento delle membrane polmonari.
Qual è l’influenza dell’ozono sulla salute?
L’azione dell’ozono si può declinare in dozzine di modi: l’inalazione di ozono può essere utile per la sua azione fungicida, antibatterica e di inattivazione virale favorisce il rilascio e l’utilizzo dell’ossigeno corporeo. Inoltre stimolerebbe la rigenerazione osteoarticolare, da cui possono trarre vantaggi coloro che soffrano di reumatismi articolari e ernie discali. Secondo i suoi sostenitori, l’ozono e l’ossigeno possono coadiuvare anche le cure di malattie di numerosissime gravi infermità quali morbo di Alzheimer, problemi cardiaci, epatiti croniche, sclerosi multipla, e persino cancro ed Aids. Il primo verrebbe combattuto grazie alla difficoltà per le cellule neoplastiche di proliferare in un ambiente saturo di ossigeno; inoltre potrebbe essere coadiuvante alla radioterapia ed alla chemioterapia, grazie all’aumento della pO2 interstiziale del tessuto neoplastico. L’Aids invece sarebbe interessato dal fatto che la molecola di ozono inattiva le particelle virali, ma ciò è avvenuto fin’ora solo in test in vitro.
Potrebbe invece dare maggiori risultati l’utilizzo dell’ozonoterapia negli atleti professionisti, migliorandone le prestazioni grazie alla maggiore ossigenazioni dei muscoli mentre sono a riposo.
L’applicazione però più comune è quella nel trattamento delle ernie, specie quelle al disco. In questo caso si inserirebbe una miscela di ossigeno ed ozono all’interno del disco soggetto all’ernia, stimolandone cos la guarigione. Si pensa che già dieci sedute di qualche minuto l’una potrebbero portare a dei miglioramenti interessanti. Nel giro di qualche settimana l’ossigeno ozono terapia porterebbe ad una disidratazione del tessuto interessato, cancellando l’effetto negativo della compressione sulle radici dei nervi ed portando ad un notevole sollievo dal dolore.
L’ossigeno ozono terapia è sicura?
Nonostante possa apparire quasi come una panacea per tutti i mali, non è ancora scientificamente provata una sicura efficacia di questa terapia. Di più: ci sarebbero anche dei dubbi riguardanti la sicurezza di una ozonizzazione artificiale del sangue. Poiché una caratteristica dell’ozono è di ossidare i composti organici nell’ambiente atmosferico, a logica esso dovrebbe poter ossidare anche il sangue ed i tessuti del corpo umano. Tuttavia, se inserito all’interno del sangue dell’uomo, l’ozono potrebbe decomporsi dando origine a radicali liberi. Tali sostanze sono pericolose a causa della loro capacità di danneggiare le molecole organiche; inoltre possono peggiorare gravi malattie di carattere degenerativo quali l’arteriosclerosi.
I terapeuti che utilizzano l’ossigeno ozono terapia affermano che per evitare queste problematiche è sufficiente che le dosi di ozono somministrate ai pazienti non eccedano le capacità degli enzimi antiossidanti di evitare un pericoloso accumulo dell’anione superossido e del perossido di idrogeno.
Ma è davvero così? Se anche l’ossigeno ozono terapia fosse davvero utile nella cura di diverse patologie, essa non potrà mai sostituirsi al prezioso lavoro del fisioterapeuta. Bisogna sempre ricordare che l’esperienza del fisioterapeuta e la sua capacità di interagire attivamente col paziente sono due fattori fondamentali per una cura riabilitativa efficace e a lungo termine. Nessuna macchina potrà mai interrogare il paziente e ricevere quelle risposte necessarie per scegliere la cura adatta a quella singola persona. Ognuno di noi è unico, ed unica deve essere la cura a lui destinata.